Possibile rifiuto ad eseguire tumulazione in particolari situazioni

Domanda

In molti casi veniamo a conoscenza della tipologia del manufatto solo all’apertura per un eventuale funerale.
Nasce quindi il problema che i familiari vorrebbero tumularlo in ogni caso avvalendosi del contratto di concessione, minacciando i servizi cimiteriali se questi si oppongono alla tumulazione.
Come è possibile tutelarsi? È compito del Sindaco emanare eventualmente una delibera?

Risposta

In molte situazioni, per sepolcri di lontana costruzione, può essere presente la fattispecie considerata dall’art. 106 D.P.R. 285/1990, che potrebbe essere affrontata con le previste modalità.
Va poi ricordato che, a seguito del D.P.C.M. 26/05/2000, vi è stato il conferimento di funzioni alle Regioni (si trascurano come le Regioni abbiano di seguito, rimodulato l’esercizio di queste).
Indipendentemente da ciò, molte situazioni possono risultare tali da non rendere possibile l’uso dei manufatti.
Essi risultano infatti realizzati in modo da esporre gli operatori a situazioni di pericolosità oggettivamente non sempre superabili.
Si tratta di aspetti afferenti alle imprescindibili norme di sicurezza nei luoghi di lavoro, come da D.Lgs. 81/2008.
In tali ipotesi, e quando non possano reperirsi soluzioni tecniche ammissibili, è possibile opporre rifiuto, scritto e motivato.
Ciò rientra tra le funzioni di cui all’art. 107, comma 3 D.Lgs. 267/2000.
È così possibile esplicitare le ragioni e le cause che portano al rigetto dell’istanza di tumulazione, consentendo ai soggetti interessati di esperire i rimedi previsti dall’ordinamento giuridico.

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