Ancora 4 chiacchiere sul problema dell’omologazione dei regolamenti comunali: di P.M. opinioni a confronto

Circolare del Ministero della Salute prot. 23919 del 22/07/2015 in in materia di omologazione dei regolamenti comunali di Polizia mortuaria da parte del Ministero della Salute ex art. 345 Regio Decreto 27 luglio 1934, n. 1265: ecco l’oggetto del nostro contendere dialettico.

La circolare del Ministero della Salute prevede che i regolamenti comunali di Polizia mortuaria non sono più assoggettati ad omologazione da parte del Ministero della Salute, sia in presenza, sia in assenza di specifica legge regionale concernente la Polizia mortuaria.
Prevede, inoltre, che il DPCM n. 24 del 21/01/2015, che ancora menziona il procedimento amministrativo di cui all’oggetto, sarà aggiornato sulla base dell’orientamento espresso dall’Ufficio giuridico del Dicastero in parola. (fonte: Servizio di Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica della regione Emilia-Romagna, diffusa con nota PG 2015/614782 del 28/08/15.

 

Qui la confusione è massima!

Coinvolgo, pertanto, in questo dialogo un po’surreale il direttore editoriale del magazine di settore “I SERVIZI FUNERARI” Ing. Daniele Fogli.
Invero si tratterebbe di un fitto carteggio intercorso inter nos nei mesi scorsi, di cui vorrei proporre solo alcuni sintomatici stralci, per rappresentare il caos in cui è sprofondata la polizia mortuaria del post riforme regionali.

Gentile Ingegnere,

vorrei approfondire la questione dell’omologazione ministeriale, perché debbo essermi perso qualche passaggio nelle invernali nebbie padane: alcuni autori la ritengono un controllo preventivo di legittimità, altri giuristi (Dr. Scolaro), invece, ne parlano come di una semplice procedura integrativa di efficacia. Il recente orientamento del Ministero della Salute, a me noto, se non erro era questo: “In attesa di norma regionale che avochi del tutto a sé l’istituto, o lo sospenda, si continuano ad omologare ex Art. 345 R.D. n. 1265/1934 i regolamenti comunali almeno nelle loro parti sottoposte alla normativa statale, sostanzialmente per quelle materie, essendo la polizia mortuaria molto trasversale, in cui sia richiesta conformità al dettato del DPR n. 285/1990” e del TULLSS.
Poi arriva una semplice circolare ministeriale, quindi nemmeno una fonte del diritto, e tutto il castello magicamente decade. Tra l’altro un recente DPCM (31 luglio 2014 n. 151, emanato in attuazione dell’art. 2 Legge n. 241/1990 e s.m.i.) annovera ancora tra i compiti del Ministero l’omologazione fissando un tempo max di 60 giorni dall’avvio della procedura. Ma a Lei pare uno strumento idoneo per abrogare de facto l’Art. 345 TULLSS, il quale, nominalmente continuerebbe comunque a sussistere? Comincio a nutrire serie perplessità sulla fondatezza giuridica di questa operazione di presunta semplificazione. Poi, sia chiaro: se il Ministero ordina noi… obbediamo. Oddio è pur vero che i Comuni hanno potestà regolamentare sancita in Costituzione, (art. 117 comma 6 III periodo) ma sit modus in rebus!

Caro “Necroforo”,

Il Ministero ha cambiato idea sulla omologazione dei regolamenti di Polizia Mortuaria locali.
Il Ministero ha mutato opinio juris anche sulle autorizzazioni per i materiali in deroga al D.P.R. n.285/1990.
Posso convenire con te che il diritto sia in qualche modo violentato, ma questo è ciò accade di questi tempi e non solo nella sanità.
Probabilmente si è inteso a livello ministeriale impostare questa linea ermeneutica: tante erano le modifiche normative regionali a cambiare le regole statali che non ha alcun senso ottemperare all’obbligo dell’ omologazione di questioni che sono modificate regione per regione e in maniera diversa.
Quindi, è vero che lo strumento della circolare non è quello valido, ma nei fatti l’omologazione non ha più senso.

Forse è meglio cercare di individuare le vere motivazioni dell’inversione di rotta.

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Carlo Ballotta

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