Bologna: accoglie feretri da cremare provenienti da zone di massima mortalità di Lombardia e Veneto

Quattro comuni, della Lombardia e del Veneto, ha chiesto aiuto a Bologna per riuscire a cremare le salme di persone decedute a causa del Coronavirus.
“La richiesta è arrivata domenica, per vie istituzionali, e abbiamo subito acconsentito”, afferma Simone Spataro, presidente di Bologna servizi cimiteriali (Bsc), società partecipata al 51% dal Comune. “In un momento come questo – precisa –, un simile appello non si poteva certo respingere”.

La richiesta di mutuo aiuto viene infatti da realtà “in piena emergenza sanitaria – spiega Cinzia Barbieri, amministratore delegato di Bsc – , che si trovano in grandissimo stress, e non sono più in grado di garantire un servizio di cremazione adeguato alle necessità di questi giorni critici”.

Bsc, grazie a una riorganizzazione interna del lavoro, “e alla grande collaborazione da parte di tutte le persone che lavorano con noi, riuscirà a gestire la situazione senza riflessi o ritardi sulla normale attività di servizio ai cittadini della Città metropolitana bolognese”, assicura Spataro.

Le operazioni si svolgeranno nella massima sicurezza. I feretri, sanificati alla partenza, arrivano a Borgo Panigale con trasporti sicuri. E tutto il personale di Bsc “è stato dotato dei necessari dispositivi di protezione, dai guanti alle mascherine, previsti dai decreti”. Tutti gli ambienti, assicura la Barbieri, “vengono sanificati fra un turno di lavoro e l’altro”.

Gli operatori addetti alla cremazione garantiscono il servizio venti ore su 24. “Gli è stato chiesto di lavorare anche la domenica – racconta la Barbieri – e nessuno si è tirato indietro”.

Bsc è così in grado di aiutare anche le regioni oggi in difficoltà, mantenendo la piena operatività per le persone decedute nella città metropolitana di Bologna, grazie anche al coordinamento con tutti gli ospedali cittadini.

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