[fun.news.627] La SEFIT chiede interventi da Governo e Parlamento sulla normativa in materia funeraria

Commentando l’uscita di due leggi regionali in materia funeraria e in particolare sulla cremazione (da Lombardia e Piemonte), che scavalcando diverse prerogative statali in materia intendevano (ma non solo) rendere operative da subito diverse parti della L.130/01, sulla dispersione in natura o affido ai familiari di ceneri, Fogli – Responsabile della SEFIT Federgascqua, ha ufficializzato la posizione dell Federazione, che in materia ha già diramato una circolare atutti gli associati, rilasciando le seguenti dichiarazioni. “Procedendo in questa maniera si rischia di creare più danni dei benefici che indubbiamente si vogliono portare. Siamo perfettamente consapevoli – prosegue Fogli – della pressione che viene dalla cittadinanza e dai cremazionisti, ma aggiungo anche da imprese funebri pubbliche e private, da Comuni e gestori dei cimiteri, per risolvere la grave situazione che si è creata. Siamo altrettanto stanchi di vedere rimandate nel tempo soluzioni che si attendono da quasi 10 anni, ma il danno che stanno creando taluni provvedimenti regionali alla immagine di queste istituzioni e alla loro credibilità futura in campo funerario è immenso. Una materia delicata come quella funebre e cimiteriale non si può affrontare con soluzioni improvvisate, senza confronti preventivi o con scorciatoie legislative di dubbia praticabilità. Già ora il risultato che due importanti Regioni del Nord hanno creato è la confusione sul come comportarsi per l’applicazione della legge 130/01, tanto da invitare SEFIT e ANUSCA Associazione nazionale degli Ufficiali di Stato Civile ad intervenire per chiedere istruzioni operative ai Prefetti. E già questa iniziativa la dice lunga … su chi ha competenza in materia. Auspichiamo che il Governo da un lato e Parlamento dall’altro assumano le decisioni più corrette per affrontare anche questa situazione, sbloccando l’iter del progetto di legge AC 4144 o, in alternativa, emanando un urgente regolamento limitato alla operatività della L. 130/01. C’è un’unica strada per risolvere un ingorgo istituzionale di questa portata ed è sedersi insieme ad un tavolo e trovare il modo per venirne fuori. Anche se SEFIT potrebbe limitarsi a dire che era stata buona profeta, il senso di responsabilità dei Comuni, ma ritengiamo di tutto il settore funerario, sia pubblico che privato, deve prevalere, perché è ora di dare ai cittadini e agli operatori risposte coerenti, in un quadro di certezze nazionali. L’alternativa è la paralisi data da ricorsi legali e veti incrociati, ma non si farebbe certamente un servizio al Paese.”

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