[fun.news.575] Anziani ed emergenza caldo: documento anci sul sostegno alla terza età

Il Gruppo di lavoro Anci sulle politiche sociali, riunitosi a Milano lo scorso venerdì 29 agosto, ha approvato un documento sui notevoli disagi arrecati alla popolazione anziana dalle eccezionali temperature registrate in questi mesi estivi. Nel documento si evidenzia la necessità di sviluppare ulteriormente il sistema dei servizi alla Terza età e soprattutto agli anziani non autosufficienti. Di seguito riportiamo il testo del documento. —————– DOCUMENTO SULLE POLITICHE A FAVORE DEGLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI Le eccezionali temperature di questa estate hanno creato notevoli disagi alla popolazione anziana e messo in luce la necessità di sviluppare ulteriormente il sistema dei servizi alla Terza età e, soprattutto, a quella parte che non è autosufficiente. Le condizioni di vita in Italia sono significativamente migliorate negli ultimi decenni portando ad un apprezzabile allungamento della speranza di vita (76,7 anni per gli uomini e 82,9 per le donne nel 2001 secondo dati ISTAT che cresce rispettivamente a 77,9 e 84,4 in proiezione 2010). Il nostro Paese è quindi un paese che invecchia. L’ISTAT ha previsto che la quota di persone con più di 65 anni passerà dall’attuale 16,8% al 20,4% nel 2010. Sempre secondo l’Istituto Nazionale di Statistica l’indice di vecchiaia, cioè il rapporto tra la popolazione ultrasessantacinquenne e la popolazione fino a 14 anni di età, per cento, era del 127,1% nel 2001 e sarà del 146,5% nel 2010. L’Organizzazione Mondiale della sanità (OMS) indica per l’Italia un’attesa di vita con ridotta autosufficienza di 7 anni per gli uomini e di 9,2 anni per le donne. Oggi sono circa mezzo milione le persone non autosufficienti nel nostro Paese. All’invecchiamento della popolazione fa riscontro un aumento considerevole delle patologie cronico-degenerative: pensiamo all’aumento delle malattie cardio-vascolari o alle demenze. In Italia la cura delle persone non autosufficienti era tradizionalmente assicurata dal lavoro non retribuito dei familiari. Tuttavia, da diversi anni, la rete familiare di sostegno è stata progressivamente affiancata da una crescente quota di assistenza erogata dagli Enti locali, in collaborazione col Terzo settore. Anche perché le importanti modificazioni sociali ed economiche che hanno investito il nostro Paese hanno prodotto un indebolimento del nucleo familiare. Sempre secondo l’ISTAT, nel 2000 il 23,3% delle famiglie è costituito da 1 componente e il 26,1% da 2 componenti. Ciò comporta evidentemente una forte difficoltà nell’attivazione di cure informali. Occorre pertanto incrementare l’impegno pubblico di sostegno alla popolazione anziana e, in particolare, a quella non autosufficiente. Il decreto legislativo 229 del 1989 e la legge quadro sui Servizi sociali n. 328 del 2000 hanno profondamente innovato, in senso universalistico e solidaristico, il nostro sistema di Welfare, riconoscendo ai Comuni la piena titolarità delle funzioni inerenti la materia. Si tratta di darvi piena attuazione. In particolare l’art. 15 della L. 328/2000 deve trovare compimento da parte dei Ministri della Salute e del Welfare, di concerto con le Regioni. In questo quadro la Commissione “Politiche Sociali” dell’ANCI: – Rifiuta ogni tentativo di “scaricare” sui Comuni le responsabilità di una situazione che ha certamente altre origini. – Sottolinea che i tagli dei trasferimenti dallo Stato ai Comuni, determinati dal Patto di stabilità e dalla Finanziaria 2003, comportando riduzioni delle risorse sia umane che finanziarie, inevitabilmente penalizzano anche il sistema integrato dei servizi sociali. – Ritiene che sia non più dilazionabile da parte del Governo la costituzione di un Fondo Nazionale per la non autosufficienza, attribuito alle Regioni e gestito dai Comuni, per assicurare quei servizi di natura socio-assistenziale indispensabili per il miglioramento della qualità della vita della persona non autosufficiente e della sua famiglia. Si chiede al Parlamento un esame tempestivo del testo unificato su questo tema predisposto dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati. – Evidenzia come sia necessario procedere urgentemente alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (LIVEAS) che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Si tratta di un aspetto decisivo, che permette di individuare con chiarezza i confini tra le prestazioni sanitarie e socio-assistenziali, finalizzando queste ultime ai bisogni delle persone non autosufficienti. È evidente che questo sistema necessita di risorse e ci aspettiamo che la prossima Finanziaria recepisca questa urgenza, anche affrontando il problema del riordino delle prestazioni paraprevidenziali (Art. 24 della Legge n. 328/00). Si esprime apprezzamento per le iniziative assunte da alcune Regioni che hanno offerto la disponibilità ad un confronto con i Comuni sulle politiche del Welfare. Ricordiamo che in questi anni, in cui sono diminuite complessivamente le risorse destinate agli Enti locali, i Comuni hanno fatto fronte ai problemi dell’assistenza in gran parte con risorse proprie (12.000 miliardi di vecchie Lire nel 2000 di cui oltre 7.000 per gli anziani). I Comuni, quindi, rivendicano a pieno titolo la centralità nelle politiche sociali territoriali, così come previsto dalla legge quadro sull’assistenza n. 328/ del 2000, e si aspettano non critiche, ma sostegni e fatti concreti.

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