“In relazione a dati forniti da fonti giornalistiche sul numero dei decessi a Roma nelle ultime settimane, l’Ufficio stampa del Campidoglio rende note le cifre ufficiali a disposizione degli uffici dell’Anagrafe. Da queste cifre si desume che non c’è stato, a Roma, alcun drammatico aumento del numero dei morti, neppure per quanto riguarda le persone più anziane”. Lo si legge in un comunicato del gabinetto del sindaco. “Se si considerano i dati dei soli residenti romani al disopra dei 65 anni, si registra addirittura una diminuzione – prosegue la nota – Si passa infatti dal 2.776 del periodo tra il 1° luglio ed il 15 agosto del 2002 ai 2.452 dello stesso periodo di quest’anno. Per quanto riguarda tutti i decessi avvenuti nel Comune di Roma (quindi di cittadini romani e non, compresi ad esempio i non romani ricoverati nelle strutture sanitarie cittadine) essi – conclude la nota – nel periodo tra il 1° luglio e il 15 agosto, sono stati 2.954. Nello stesso periodo del 2002 erano stati invece 2.878”. La nota è una secca risposta alla polemica iniziata dal Ministro Sirchia sulla difficoltà di Comuni e AUSL a garantire servizi adeguati di assistenza soprattutto a perone a vita sola, attraverso le strutture socio assistenziali. Analoghe valutazioni sono state svolte dai Sindaci o dagli assessori delle principali città italiane, che hanno rilevato, con dati statistici alla mano, che l’aumento di mortalità in questo periodo è del tutto fisiologico e connesso con l’andamento stagionale, paragonabile come entità, se non inferiore, a quello che avviene nel periodo invernale in occasione di malattie di raffreddamento.
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