Il sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali istituito nel 2010 (SISTRI) e mai entrato effettivamente in funzione, è definitivamente soppresso a partire dal 1 gennaio del 2019.
Lo ha deciso il Consiglio dei Ministri con l’approvazione del DL Semplificazioni (decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135 recante “Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione”).
Le innovazioni normative prevedono che dall’1/1/2019:
1) "è soppresso il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri) (…) e, conseguentemente, non sono dovuti i contributi" (comma 1);
2) "fino alla (…) piena operatività di un nuovo sistema (…) gestito direttamente dal Ministero dell’ambiente (…) i soggetti (…) garantiscono la tracciabilità dei rifiuti effettuando gli adempimenti di cui agli articoli 188, 189, 190 e 193" del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, "nel testo previgente alle modifiche apportate dal decreto legislativo 3 dicembre 2010 n. 205, anche mediante le modalità di cui all’articolo 194-bis" del Dlgs 152/2006 (comma 3)";
3) "sono abrogate, in particolare" diverse disposizioni sul Sistri ex Dlgs 205/2010, Dl 101/2013, Dl 78/2009 (comma 2).
“Il Sistri è stato uno dei più grandi sprechi nella gestione dei rifiuti speciali– ha affermato il Ministro Costa – un sistema mai entrato effettivamente in funzione, che però ha comportato costi sostenuti dalle imprese coinvolte e dallo Stato che hanno superato i 141 milioni di euro dal 2010 ad oggi”.
“Il Sistri aveva lo scopo, assolutamente condivisibile e anzi necessario, di tracciare l’intero sistema di rifiuti speciali del Paese, ma non è mai stato operativo – ha spiegato Costa – Nel frattempo le imprese aderenti, quelle con più di 10 addetti, hanno dovuto pagare iscrizioni, adeguamenti tecnologici, aggiornamenti per i mezzi e per il personale e infilarsi in un ginepraio di norme, sanzioni, poi sospese, poi riattivate, quindi nuovamente sospese, esenzioni, eccezioni, nuovi obblighi: insomma un inferno normativo durato otto anni”.
Nel dl Semplificazioni questo sistema è stato definitivamente cancellato a partire dal primo gennaio 2019:
il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti sarà invece gestito in maniera diretta dal Ministero dell’Ambiente e, fino alla sua piena operatività, i titolari soggetti alla tracciabilità dovranno continuare a usare il medesimo sistema utilizzato ora, cioé quello cartaceo.
“Abbiamo calcolato che attualmente è assicurata la tracciabilità del 65% dei rifiuti speciali – ha dichiarato Costa – L’obiettivo è arrivare almeno al 90% risparmiando soldi e tempo per le aziende”.
Il nuovo Sistri, gestito direttamente dal Ministero dell’Ambiente, costerà infatti circa 3 milioni di euro l’anno.
“Si deve entrare in una sorta di Sistri 2.0 – ha concluso Costa – che digitalizzi l’intera tracciabilità dei rifiuti e i documenti fiscali, superando in tal modo il doppio binario cartaceo/digitale e il registro di carico e scarico”.
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