Per il processo legato all’assegnazione truccata di cimiteriali a Taranto la prima udienza è stata aggiornata all’8 novembre prossimo. Per l’accusa, i titolari della ditta di marmi “Guarino” avrebbero pagato una mazzetta di 80 milioni di lire ai pregiudicati Riccardo e Gianfranco Modeo e 20 milioni ad un ex assessore per edificare cappelle, tombe sociali ed edicole funerarie all’interno del cimitero di Taranto. L’accordo sarebbe riuscito grazie alla mediazione dell’on. Giancarlo Cito, referente dei Modeo, secondo l’accusa, e di Gateano De Cosmo, all’epoca vice sindaco, ma, soprattutto, grazie all’intervento dell’ex direttore del “San Brunone”, Cosimo Gentile, già condannato a 8 mesi di reclusione (pena sospesa) per il solo reato di falso. Il giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Lecce, dott. Del Coco, ha rinviato a giudizio 14 persone, accusate, a vario titolo, di falso ideologico, abuso d’ufficio, corruzione e falso ideologico in atto pubblico, escludendo comunque l’aggravante dell’agevolazione al clan mafioso. Le indagini furono avviate in seguito alle dichiarazioni rese da Gianfranco Modeo nel corso del processo a carico di Giancarlo Cito per concorso esterno in associazione mafiosa. Il collaboratore di giustizia sosteneva di aver scritto all’ex sindaco “per aiutare Antonio Guarino a vincere un appalto al cimitero”. Oltre a Cito, sono stati rinviati a giudizio Gaetano De Cosmo, Domenico Notaristefano, in veste di assessore ai lavori pubblici; i pregiudicati Riccardo e Gianfranco Modeo; Antonio Guarino, dell’omonima ditta di marmi; Cosimo Di Pinto, che avrebbe svolto “un’opera di collegamento tra il Guarino, i Modeo ed il Cito”; e sette esponenti della società di mutuo soccorso “Armony”.
Di norma la risposta al quesito è data entro 3 giorni lavorativi.
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