Via libera dal Senato alla fiducia che il governo ha posto sul decreto fiscale. Il maxiemendamento sostitutivo del testo è frutto del lavoro degli ultimi giorni delle commissioni Bilancio e Finanze e del governo sul problema dell’acconto dell’Imu, soprattutto dopo l’allarme lanciato dai Caf, per il calcolo della nuova tassa sugli immobili. Il testo del maxiemendamento al decreto fiscale contiene una novità sugli obblighi che hanno gli enti locali per rientrare dagli sforamenti del Patto. Nel decreto legislativo del 2011 relativo ai meccanismi premiali e sanzionatori per Regioni, Province e Comuni, si prevede che in caso di mancato rispetto del patto di stabilità interno, l’ente locale inadempiente, nell’anno successivo a quello dell’inadempienza è, tra l’altro, assoggettato a una riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio o del fondo perequativo in misura pari alla differenza tra il risultato registrato e l’obiettivo programmatico predeterminato e comunque per un importo non superiore al 3% delle entrate correnti registrate nell’ultimo consuntivo. Con la modifica introdotta, invece, l’ente locale potrà spalmare in tre anni il rientro nei parametri del Patto (sempre a partire dall’anno successivo all’inadempienza) ma salta il riferimento massimo del 3% delle spese correnti.
E’ inoltre stabilito che la prima rata dell’Imu sarà calcolata sulle aliquote base e sarà pari al 50%. La seconda rata dovrà essere versata a dicembre e sarà ricalcolata in base alle aliquote decise dal Governo con un Dpcm, da approvare entro il 10 dicembre 2012, e l’approvazione o le modifiche al regolamento che i Comuni dovranno effettuare entro il 30 settembre. Inoltre per gli Enti Locali vi è una boccata di ossigeno. Una quota delle risorse del fondo speciale per la reiscrizione dei residui passivi di parte corrente, pari a 1.000 milioni di euro, è assegnata agli enti locali per il pagamento dei crediti. Conseguentemente vi è una boccata di ossigeno per i creditori. Tra le altre norme di interesse per la Pubblica Amministrazione si segnala la estensione anche ai crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione dellla possibilità per le imprese di cederli alle banche. Le imprese saranno però garanti della solvibilità del debitore ceduto. Il decreto passa ora alla Camera.
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