La Commissione Industria del Senato è impegnata questa settimana nell’esame del ddl 3110 di conversione del decreto-legge sulle liberalizzazioni (DL 24 gennaio 2012, n.1), in cui sono contenute diverse norme che incidono sul settore funerario (come l’art. 1 pper l’imprenditoria funebre e l’art. 25 sui servizi pubblici locali, che incidono su gestione di cimiteri e crematori). Sulla conversione in leggge si è riversata una veraa e propria pioggia di emendamenti (circa 2.300).
Di questi già 530 sono stati sfrondati, perché identici.
L’esame vero e proprio in Commissione Industria riguarderà quindi un totale di 1770 proposte.
Numero comunque elevatissimo e per questo il Presidente del Senato, Renato Schifani, è intervenuto con una lettera al Presidente della Commissione, senatore Cesare Cursi, invitandolo “ad esercitare una scrupolosa e rigorosissima valutazione dell’ammissibilità degli emendamenti sotto il profilo dell’attinenza al testo e alle finalità del provvedimento. Ciò al fine di vincolare strettamente il dibattito all’esame delle disposizioni oggetto del decreto, già in origine molto estese, ed evitare qualsiasi sconfinamento verso temi aggiuntivi ed estranei”.
Il Presidente Schifani ricorda di essere intervenuto già due volte in questa Legislatura sui limiti di emendabilità dei decreti-legge, richiamando in proposito l’altissimo monito del Presidente della Repubblica e la giurisprudenza della Corte Costituzionale. br>Il Presidente del Senato ha scritto inoltre al Presidente della Commissione Bilancio, senatore Antonio Azzollini, richiamando l’esigenza di “un rigorosissimo e tempestivo vaglio delle proposte emendative per quanto concerne la copertura finanziaria nel quadro dei principi dell’articolo 81 della Costituzione”.
Ciò nonostante sono moltissime le perplessità che provengono da molte delle categorie interessate dai provvedimenti e che protestano per un intervento legislarivo fatto con un’accetta.
Di norma la risposta al quesito è data entro 3 giorni lavorativi.
Per quesiti complessi ci si riserva di non dar risposta pubblica ma di chiedere il pagamento da parte di NON operatori professionali di un prezzo come da tariffario, previo intesa col richiedente
Risposta a quesiti posti da operatori professionali sono a pagamento, salvo che siano di interesse generale, previa conferma di disponibilità da parte del richiedente.