[fun.news.1399] FENIOF irrigidisce la propria posizione e SEFIT risponde per le rime

FENIOF ha rinnovato il direttivo, nell’assemblea del 14 giugno 2007 e confermato per un triennio Presidente Renato Mazzolo, segretario Alessandro Bosi, Tesoriere Mario Gianella.
Tra le prime decisioni del nuovo direttivo, quella assunta il 12 luglio, con la chiusura della possibilità di giungere ad un documento congiunto di principi tra le maggiori Federazioni funebri pubbliche e private, oggetto di una lunga discussione il 16 maggio 2007 a Milano, presenti i vertici di Federcofit, Feniof, Assocofani e Sefit.
Se ne riportano alcuni dei tratti salienti:
"Il comitato direttivo della FENIOF, sulla scorta di quanto emerso nell’incontro tenutosi congiuntamente tra FENIOF, Federcofit, Assocofani e SEFIT/Federutility il 16 maggio 2007 a Milano, rileva la mancata volontà di SEFIT/Federutility di convergere su posizioni unitarie volte a garantire uguali opportunità per il settore pubblico e per il settoreprivato ed a salvaguardia della libera concorrenza e mercato. Sulla scorta di ciò, ritenendo altresì le proprie posizioni corrette e ribadite peraltro dall’Antitrust, delibera di confermare a Federcofit, Assocofani e SEFIT/Federutility, l’impossibilità di FENIOF di firmare il documento oggetto di discussione, ciò al fine di scongiurare i rischi di illegittimi monopoli e salvaguardare gli interessi ed i diritti della categoria privata, diversamente negati da posizioni inique e discriminatorie ad evidente principale tutela delle aziende pubbliche."
In pratica Feniof ribadisce la posizione di massima liberalizzazione del settore, richiamando tra l’altro la recente segnalazione dell’Antitrust in materia.
Altrettanto ferma la posizione della SEFIT, che assieme a Federcofit, era confluita su un testo di compromesso che garantiva adeguati spazi sia per l’iniziativa pubblica che privata.
"Se così stanno le cose – ha dichiarato Fogli, SEFIT – non vediamo le condizioni per presentarci al livello politico parlamentare con posizioni unitarie di settore.
Questo determina che ognuno è libero di potersi muovere come meglio crede e di portare avanti progetti rispondenti a logiche di parte
I veri perdenti da queste posizioni intransigenti sono i cittadini e le imprese che operano con trasparenza.
Feniof si ostina a mettere sullo stesso piano Comuni, che hanno un ruolo che non può e potrà mai essere parificato a quello di una qualsiasi impresa, sia essa pubblica o privata, e fornitori di servizio (anche in questo caso, pubblici o privati), confondendone i ruoli.
Si tratta di livelli diversi, con prerogative diverse.
Le imprese funebri pubbliche continueranno a fare la propria parte, intensificando ancor di più la loro azione nei confronti degli altri soggetti laddove ciò sia necessario e cioè in tutti quei luoghi in cui l’iniziativa privata opera con pratiche tali da alterare il mercato:
moralità e calmiere erano i principi ispiratori della nostra azione, ben prima che nascesse l’Antitrust e restano i nostri obiettivi anche per il futuro."
Ha proseguito Fogli affermando che "Ove fosse necessario ed utile, è bene che le Amministrazioni comunali assumano la gestione del servizio pubblico locale di camera ardente, con la funzione di sale del commiato.
È questo uno dei limiti dell’attuale mercato funebre italiano, soprattutto per la carenza qualitativa e talvolta la opacità – per usare un eufemismo – di servizi mortuari ospedalieri sempre più incapaci di garantire trasparenza nella scelta dell’impresa funebre da parte dei familiari di un defunto.
È un servizio fortemente richiesto dalla collettività e il sistema pubblico italiano non cede al ricatto di coloro che vorrebbero le case funerarie solo possibili ai grandi imprenditori funebri privati, che si ammantano di liberismo e che in realtà puntano a sostituire le vecchie privative nei trasporti funebri con la necessità di "ricorrere alla casa funeraria dell’impresa funebre più importante in sede locale".
Conclude Fogli affermando che "La segnalazione dell’Antitrust non può essere citata solo per le parti che fanno comodo all’imprenditoria funebre privata. Se occorre chiarire il ruolo che l’imprenditoria funebre pubblica ha svolto e continua a svolgere, saremo ben lieti di chiarirlo all’Antitrust, che è utile rifletta sulla situazione funebre italiana, che tutto può essere tranne che un mercato trasparente."

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