[fun.news.1059] Passo avanti per l’approvazione della direttiva Bolkestein

Compromesso al Parlamento europeo sulla direttiva Bolkestein per la liberalizzazione dei servizi. La Commissione Mercato interno, infatti, ha accolto un emendamento che di fatto mantiene intatto il “principio del Paese d’origine” ma affida al Paese nel quale si presta l’attività la supervisione su alcune materie. Il principio, però, non si applicherà nel campo del diritto del lavoro. Nessuno stravolgimento, dunque, della direttiva su cui l’europarlamento voterà in seduta plenaria solo a gennaio. Ed è in questa sede che si trasferirà lo scontro. A favore dell’emendamento hanno votato il Ppe, i Liberaldemocratici (Alde) e la destra dell’Uen. Non è invece passata la proposta della relatrice, la socialista Evelyne Gebhardt che puntava a restringere il campo di applicazione della Bolkestein. La Gebhardt si è astenuta: «Non possiamo votare questo testo per quanto attiene “il principio del Paese d’origine”. Io mi astengo perché considero alcune cose peggiorative. Comunque rifiuto l’idea che noi socialisti siamo contrari all’apertura del mercato. Vogliamo l’apertura, ma un livello di protezione adeguato». Di fatto, la Commissione, con il voto a maggioranza, ha scelto di conservare il “principio del Paese d’origine” come regola generale per la libera circolazione dei servizi. Questo, tuttavia, non impedisce allo Stato membro, nel quale il fornitore di servizi si sposta, di rafforzare i suoi requisiti specifici rispetto all’esercizio di attività indispensabili per ragioni di ordine pubblico o di sicurezza pubblica o per la protezione della salute e dell’ambiente. Per quanto riguarda però il diritto del lavoro, la legislazione applicabile resta quella dello Stato dove si svolge il servizio e non quella del Paese d’origine. Il campo di applicazione della Bolkestein è stato ridotto meno di quanto avrebbero voluto i socialisti, visto che vi restano compresi i servizi di interesse economico generale, cioè quelli pubblici, come acqua ed energia che possono essere forniti anche dai privati. Vengono però esclusi i servizi pubblici non commerciali.

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