[fun.news.072] Tariffe dei servizi cimiteriali: confronto fra gli operatori in un incontro organizzato da SEFIT

Preoccupazione per il poco tempo a disposizione per poter fare gli adeguamenti tariffari, difficoltà di comprenderne gli effetti come ricadute sulla politica cimiteriale e in particolare sulla pianificazione, ma al tempo stesso consapevolezza di poter disporre di un ulteriore strumento di governo per migliorare la gestione dei cimiteri. Queste le prime considerazioni emerse da un incontro svoltosi il 22 marzo u.s. a Bologna fra una sessantina di dirigenti dei cimiteri, appartenenti ai maggiori Comuni d’Italia. È stato richiesto che SEFIT, dopo l’emanazione tempestiva delle due prime circolari sulla L. 26/2001 e sulla L. 7 marzo 2001 (ancora non pubblicata in GU), dirami una sorta di manuale operativo sul come fare le tariffe. In sintesi gli orientamenti emersi sono i seguenti: a) Gradualità nel passaggio dalla gratuità alla onerosità, per non avere scompensi troppo accentuati fra le diverse forme di sepoltura; b) L’inserimento dei servizi cimiteriali (inumazione, tumulazione, cremazione) fra quelli a domanda individuale, impone il rispetto di determinate regole, sia in temini di tempi di approvazione, sia di aliquota di copertura dei costi. Pertanto è essenziale partire da una corretta analisi dei costi di produzione delle diverse tipologie di servizio. Sulla base del rilevamento effettuato si dovrà decidere quanta parte dei costi coprire con ricavi da utenza e quanta parte invece lasciare a carico della collettività come onere sociale sia per particolari politiche cimiteriali da attuare, sia per vere e proprie scelte di politica tariffaria. c) Si accentuerà la richiesta di maggiore qualità nella erogazione di servizi che non potranno essere pensati più come standardizzati, ma da personalizzare in base alle richieste dei familiari. d) La decorrenza dell’applicazione delle tariffe è in funzione della data stabilita a tale scopo dal Comune. e) Le convenzioni in essere con gestori di cremazione dovranno essere riviste, soprattutto per il fatto che non si ha titolo ad effettuare questi pagamenti di cremazioni come Comune, salvo il caso di indigenza o vita sola. Le convenzioni dovranno tradursi in contratti di servizio. f) D’ora in avanti è il cittadino che pagherà la cremazione direttamente al gestore secondo la tariffa stabilita dal Comune sede dell’impianto. Ma una parola definitiva la metterà il decreto del Ministro dell’interno per la fissazione delle tariffe che si attende entro fine anno. In questa fase transitoria è quindi opportuno che ci si allinei alla tariffa stabilita con DM interno del 30.3.1998, rivalutata, tenendo conto che i singoli gestori potranno considerarla come massima. g) Una ricaduta del cambio di sistema tariffario è senz’altro un più semplice ricorso alla esternalizzazione di servizi, che ora cominciano a divenire economicamente interessanti.

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