Rende o è una passività il patrimonio dei cimiteri? – Contabilizzazione dei proventi cimiteriali – 2/4

Questo articolo è parte 2 di 4 nella serie Patrimonio cimiteriale portato alla luce

Riportiamo di seguito, suddiviso in due parti, la sintesi dell’intervento dell’ing. Daniele Fogli svolto in occasione della tavola rotonda su “Il patrimonio cimiteriale italiano portato alla luce” svoltasi il 4 aprile 2024 a Tanexpo 2024, in Bologna.

Alcune idee per uscire dalla crisi

E questo ci porta a ragionare sui sistemi sbagliati di contabilizzazione dei proventi cimiteriali.

L’intero introito da concessione cimiteriale veniva allocato fino a circa 30 anni fa da comuni tra le entrate al titolo IV mentre le spese di funzionamento ordinario nei bilanci erano allocate al Titolo I, cui si contrapponevano proventi bassi, generalmente per operazioni cimiteriali.

Il tutto era però all’interno del calderone della contabilità finanziaria del bilancio comunale e la situazione è rimasta a marcire per anni, fin quando lo Stato non ha stretto la cinghia agli Enti Locali, abituati per molto tempo al pagamento dei deficit dei servizi da loro prodotti a piè di lista.

Da qualche anno il sistema di contabilizzazione dei proventi cimiteriali nei Comuni è più vicino a quello che sarebbe giusto, anche se migliorabile.

Difatti i principi contabili dell’Osservatorio per la finanza e la contabilità degli enti locali affrontano per lo più la problematica delle rilevazioni nella contabilità economica stabilendo nel principio n. 3, al punto 81:

– che le concessioni cimiteriali costituiscono proventi della gestione patrimoniale dell’ente da allocare nel conto economico, voce A 4;

– che i proventi dei beni dell’ente vanno associati al valore dei beni stessi iscritti tra le immobilizzazioni del conto del patrimonio in una logica valutativa di tipo economico;

– che le concessioni pluriennali di beni demaniali o patrimoniali devono essere riscontate per la parte di competenza economica dei successivi esercizi.

E poi con un prospetto di raccordo tra la contabilità economica e quella finanziaria.

Però, nel frattempo, sono sempre meno le risorse disponibili e le entrate da concessioni e quindi il problema resta e si amplifica.

Per molte spa pubbliche e tanti project financing cimiteriali occorre invece, meglio se con interventi normativi, un aggiustamento dei criteri utilizzati, perché spesso si usa ancora il sistema di contabilizzazione a costi, ricavi e rimanenze, senza destinare parte dei ricavi concessori ad accantonamento per costi futuri.

Segnalo infine che il patrimonio cimiteriale storico demaniale italiano, come è valorizzato attualmente nei bilanci degli EELL è, a mio avviso, sottodimensionato significativamente, per effetto delle regole di contabilità che vennero utilizzate quando si passò dall’inventario dei beni demaniali per descrizione a quello integrato dalla valorizzazione. Come noto, i cimiteri sono beni del demanio comunale.

Con la sottovalutazione dei valori in passato non sono state (e pure in futuro non saranno) accantonate quote di ammortamento di tale patrimonio in maniera soddisfacente per garantirne la manutenzione nel tempo, occorrendo così – per tale scopo – destinare risorse provenienti da altre fonti del bilancio comunale.

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Written by:

Daniele Fogli

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