Operazione Caronte a Lucera. Tutto sbagliato

A Lucera Foggia il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Lucera Ida Moretti ha deciso in merito all’Operazione Caronte, il blitz della polizia che il 19 maggio 2009 portò all’arresto di nove persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e continuata, violazione di sepolcro, estorsione, abuso d’ufficio e violazione del regolamento di polizia mortuaria.
Per tutti, comunque, nel giro di poco più di un mese arrivarono le scarcerazioni disposte dal tribunale del riesame o concesse dallo stesso giudice per le indagini preliminari.
La decisione del gup, tuttavia, rappresenta di fatto una clamorosa sconfessione della tesi accusatoria supportata da due anni di indagini che alla fine fecero parlare di “gestione privatistica” del cimitero di Lucera in cui avvenivano delle “contrattazioni parallele”.E in effetti il “non luogo a procedere” è arrivato per Giovanni e Fabio Pignatelli, Antonio Montanello (titolari di agenzie funebri), Antonio Spagnuolo, Francesco Cenicola, Michele Oro (all’epoca operai di una ditta esterna del cimitero) e Vincenzo De Libero, per i quali è stato riconosciuta l’insufficienza degli elementi prodotti dall’accusa o perché il fatto non sussiste.
Per le stesse motivazioni, inoltre, sono stati assolti dai reati contestati nel rito abbreviato richiesto dai difensori anche Michele Di Carlo (altro impresario funebre), Alessandro Scarano e Michele Cenicola (altri due operai necrofori). Lo stesso giudice, inoltre, ha rinviato a giudizio il solo Antonio Spagnuolo e anche lo stesso Giancarlo Pignatelli con il medico Giuseppe Lembo per il solo reato di abuso di ufficio, fissando la successiva udienza alla fine di gennaio prossimo.

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