La cappella e il cimitero del Vajont

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A seguito del disastro del Vajont, quando lo Stato decise di trasferire l’abitato di Erto a valle, tra Pordenone e Maniago, con un nuovo impianto urbano affidato allo staff di architetti della Facoltà di Architettura di Venezia sotto la guida del Prof. Giuseppe Samonà, i progetti per gli edifici pubblici furono distribuiti tra i vari professori, ma nessuno volle accettare il tema del camposanto, perché troppo di natura spirituale.
Fu allora che il parroco don Gastone Liut, ricordandosi delle lezioni che dieci anni prima l’architetto Glauco Gresleri aveva tenuto alla Abbazia di Santa Giustina in Padova, fece il suo nome perché fosse assegnato a lui l’incarico per il cimitero di Vajont. Il senso di raccoglimento che lo spazio di questa cappella ispira fa si che la popolazione lo adoperi anche per manifestazioni paraliturgiche e per ricorrenze civili.

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