Anche per morire a Napoli si paga il pizzo

Di seguito riportiamo un brano dell’articolo dal titolo “Anche per morire a Napoli si paga il pizzo” a firma di Gennaro Capodanno, apparso sul blog corvo rosso, in data 7 novembre 2007.

I napoletani pagano l’approssimazione con la quale viene gestito da tempo immemore il settore cimiteriale partenopeo. Il piano regolatore sui cimiteri, approvato nel marzo del 2005 prevedeva sulla carta notevoli ampliamenti, ma tutto oggi sembra fermo al palo. E gli abusi sono all’ordine del giorno. Così morire a Napoli è diventata una vera e propria tragedia nella tragedia per la famiglia del morto. E’ vero, l’amministrazione comunale è in grado di offrire un funerale a meno di mille euro, ma, poiché il personale è insufficiente, può garantire al massimo due trasporti funebri al giorno, mentre è stato calcolato che, mediamente, il numero di decessi quotidiani in Città è di 26. E per gli altri 24 cosa bisogna fare? L’unica alternativa valida è quella offerta dai servizi di pompe funebri privati.

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