Ai posteri l’ardua sentenza

Circa una quindicina di carabinieri qualche giorno or sono sono andati al cimitero di Talsano (quartiere di Taranto) per eseguire un provvedimento di sequestro preventivo. I militari hanno apposto cartelli e nastri ( soliti nastri banchi e rossi) a numerosi immobili di recente realizzazione e in fase di costruzione nel cimitero su disposizione del gip del tribunale di Taranto, su richiesta del pm titolare dell’inchiesta, dopo indagini effettuate dai carabinieri, a seguito di un esposto.
Stando a quanto emerso dall’attività investigativa, le opere poste sotto sequestro sarebbero state realizzate abusivamente. Da quanto si legge nelle contestazioni, la costruzione sarebbe avvenuta “in totale assenza del necessario permesso di costruire, come si evince chiaramente dalle ordinanze del competente dirigente municipale“. I militari fanno riferimento a tre ordinanze emesse dal dirigente comunale competente datate 2012 con le quali era stato ingiunto l’abbattimento delle opere ritenute abusive. Sull’ipotesi della violazione delle norme in materia di edilizia cimiteriale si basa anche la ricostruzione dei carabinieri.
Nel dettaglio, il sequestro ha interessato 65 cappelle gentilizie, 44 edicole funerarie e 180 tumuli, oltre all’intero cantiere comprensivo dell’area in fase di edificazione. Quest’ultima è stata oggetto di sequestro preventivo di iniziativa da parte degli uomini dell’Arma in quanto non era compresa nel provvedimento emesso dall’autorità giudiziaria.
Alcuni loculi sottoposti a sequestro erano già occupati. In considerazione della presenza dei defunti, sarà concessa la facoltà d’uso al fine di evitare disagi ai parenti.
Contestualmente all’esecuzione del sequestro, sono stati notificati anche due avvisi di garanzia ad altrettanti indagati. Si tratta di un noto imprenditore, titolare della società “Erregiesse srl”, il presidente regionale di Confindustria Angelo Bozzetto e di un tecnico, direttore tecnico dei lavori e progettista. Entrambi devono rispondere di violazione delle norme edilizie del Dpr 380 del 2001. La vicenda si presta però a diverse letture e si basa su questioni di natura tecnica e amministrativa. La costruzione delle cappelle gentilizie e degli altri immobili cimiteriali è avvenuta sulla scorta di una convenzione, stipulata nell’ambio di un project financing, fra “Erregiesse srl” e Comune di Taranto. La società di Bozzetto si è impegnata a realizzare le opere cimiteriali sulla base dell’approvazione di progetti che hanno ricevuto il placet degli organi comunali competenti. Ma fra società e Comune di Taranto è poi insorta una disputa sui permessi a costruire per l’edificazione dei diversi immobili. La società ha citato il Comune di Taranto dinanzi al giudice ordinario chiedendo l’accertamento di eventuali inadempienze da parte del comune e dinanzi al tribunale civile pende un’altra azione anche questa promossa dalla “Erregiesse”.
Insomma un bel ginepraio, che spesso si rileva quando si ricorre al project financing.

L’inchiesta avviata dopo l’esposto presentato nel 2011 da Mario Stante, l’allora capogruppo in Consiglio comunale per il Mjl, il Movimento jonico per la legalità. In una delle diverse conferenze tenute per richiamare l’attenzione sul nuovo cimitero di Talsano il Mjl aveva annunciato di aver presentato un esposto alla Procura della Repubblica. “Dopo la delibera del giugno 2009, i nostri solleciti sono stati vani – aveva spiegato Mario Stante- nulla è stato fatto per controllare il progetto di finanza. Proprio grazie a quella iniziativa abbiamo appreso da diversi cittadini che al cimitero di Talsano vengono applicati prezzi diversi rispetto a quelli contenuti nel contratto aggiornato del 19 febbraio 2009. Il contratto originario prevedeva che dopo la realizzazione del progetto, l’impresa poteva applicare ogni anno l’aggiornamento Istat ma il progetto non era completato. A questo punto sollecitiamo l’Amministrazione comunale – aveva aggiunto Stante – a dare risposte certe. Allo stesso tempo avvisiamo i cittadini che i prezzi reali sono quelli contenuti nel contratto aggiornato – aveva rimarcato – quindi invitiamo tutti a richiedere i rimborsi, sia all’impresa, sia all’Amministrazione comunale per l’ingiusta tariffazione. Alla Procura della Repubblica chiediamo di verificare se siano state commesse irregolarità che hanno danneggiato i cittadini”.

Ora il fontre giudiziario è sia civile che penale. Ai posteri l’ardua sentenza!

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