Il “CARROZZONE” funerario e la funeral home portatile

Tratto dall’edizione on line del “Corriere della Sera”, in data 12 agosto 2013

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La camera ardente mette le ruote e arriva a domicilio.

Sarà la città di Romano a sperimentare la sala del commiato mobile, l’invenzione di Angelo Bonomelli, fondatore della più importante società di pompe funebri della provincia.

L’imprenditore, 71 anni, ha passato da tempo la gestione al figlio Emanuele, ma non ha perso la voglia di innovare. Dopo aver allestito il primo servizio di autoambulanze in molte zone della Bergamasca alla metà degli anni ’60, e aver fondato l’omonima ditta di onoranze funebri nel decennio successivo, da qualche mese ha ripreso in mano la gestione di Villa delle Ortensie (acquisita nel 1988) a Sant’Omobono Terme, trasformandola in un centro per la medicina naturale. Non per questo però ha perso di vista i settori in cui ha lavorato per tanti decenni. «Ho sempre guardato a quello di cui la gente ha bisogno cercando di anticipare i tempi – spiega -. Così mi è venuta l’idea di costruire una casa del commiato mobile, una struttura prefabbricata in cui si possa tenere la veglia del defunto prima del funerale».

Un’idea che è maturata combinando due bisogni, come lui stesso spiega: da un lato quello degli enti pubblici e dall’altro quello delle famiglie dei defunti. «La legge regionale del 2003 – precisa – ha dato dieci anni di tempo alle «mministrazioni comunali per dotarsi di case del commiato adeguando le camere mortuarie dei cimiteri. Per i Comuni più piccoli però si tratta di un investimento spesso insostenibile. Non solo: rispetto all’utenza, la mortalità in Italia è all’8 per mille, la spesa non è neanche giustificata. Per questo ho pensato che una struttura mobile potesse avere successo risolvendo il problema. Le case del commiato fisse stanno, seppure lentamente, prendendo piede perché le abitazioni sono cambiate rispetto a una volta, sono sempre più piccole e allestire camere ardenti spesso diventa difficile, se non impossibile. Abbiamo avuto casi in cui per lasciare spazio al defunto, i familiari hanno dovuto andare a dormire da parenti o addirittura in albergo».

L’imprenditore mostra con orgoglio i primi disegni del suo progetto. La casa del commiato sarà lunga 14 metri e mezzo e larga 4,70. «All’interno verrà suddivisa nella camera ardente vera e propria – racconta Bonomelli – poi ci sarà un locale multiuso: prima per l’osservazione e la preparazione della salma, poi come salotto per i parenti, dopo una procedura di sterilizzazione. Sistemeremo delle poltrone, un tavolino, un divano che può anche diventare brandina, casomai qualcuno volesse rimanere durante la notte, e una macchina automatica per il caffè. Ci saranno poi uno spogliatoio per il personale dotato di un bagno e un secondo bagno per i dolenti predisposto per i disabili. La casa del commiato arriverà trainata da un rimorchio, poi sarà allestita. Ci sarà una veranda con vasi di fiori, tutt’intorno delle lastre di pietra per nascondere le ruote, e l’interno sarà decorato con una resina che sembra onice. La struttura potrà essere utilizzata in spazi pubblici ma anche in giardini privati, in base alle richieste».

Un’invenzione che Bonomelli ha voluto fosse riconosciuta per legge. «Ho presentato domanda di brevetto – precisa l’imprenditore -: mi è stato rilasciato e sarà pubblicato il 18 agosto. Ho scelto Romano per sperimentare la struttura. Abbiamo ricevuto il via libera dell’Asl, che ha verificato i requisiti sanitari di tutto il progetto. Al momento uno studio ingegneristico di Milano sta predisponendo la fase esecutiva e ho contattato varie aziende per i preventivi di costruzione. Entro fine anno la prima camera ardente sarà pronta. Richiederà un investimento di circa 500 mila euro ed entrerà in funzione all’inizio del 2014».

Bonomelli è sicuro del successo della sua iniziativa ed è pronto a sfidare la mentalità e la tradizione di allestire la camera ardente nell’abitazione. «So che questo sarà lo scoglio più difficile da superare, ma da sempre non mi piacciono le sfide semplici. Sono convinto però che la camera ardente mobile si affermerà. Anche perché presenta degli innegabili vantaggi. Da un lato è molto più pratica e sicura dal punto di vista igienico. Dall’altro potrà offrire costi inferiori a quelli richiesti per allestire una camera ardente tradizionale».;

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Carlo Ballotta

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2 thoughts on “Il “CARROZZONE” funerario e la funeral home portatile

  1. x J.R. (parente, per caso con il perfido petroliere texano della serie TV Dallas? Io da indomito teledipendente già in tenerissima età, negli anni ’80, tifavo per lui, e poi, si sa, a me notoriamente piacciono i “cattivi”).

    Sul “carrozzone” funerario, cioè sulla funeral home portatile anch’io avrei delle perplessità, di ordine squisitamente tecnico che andrò, qui, di seguito ad enumerare:

    1) Sindrome N.I.M.B.Y o, detto in modo giuridicamente più raffinato, “servitù di panorama”. Come reagiranno, infatti, i residenti del comune interessato da questo progetto pilota, all’idea di vedersi parcheggiata davanti a casa, magari nottetempo, una camera ardente con tanto di dolenti e necrofori che s’aggirano per la strada? Un bel ricorso al T.A.R. sarebbe quasi fisiologico.

    2) Il Regolamento Regionale Lombardo proibisce espressamente l’installazione di funeral home nei pressi di istituti di cura, nosocomi ospedali, R.S.A. et coetera mirabilia. Siamo certi che la trovata, per certi aspetti, geniale della sala del commiato su 4 ruote non serva ad aggirare questo divieto?

    3) La Legge Regionale Lombarda pensa alla funeral home come ad un impianto stabile, un edificio la cui costruzione, assieme al conseguente esercizio, siano autorizzati dal Comune, anche in base al piano regolatore generale. Ed il Comune in questione è quello su cui fisicamente insista la struttura. Se la casa funeraria, dovesse, invece, configurarsi come un allestimento mobile chi autorizzerebbe di volta in volta? Se gli spostamenti, poi, interessassero più comuni occorrerebbe, pur sempre e caso per caso una singola autorizzazione rilasciata ad hoc.

    4) Chi ha investito qualche milione di Euro per creare la propria casa funeraria (quella vera, all’americana e con tutti i crismi di Legge) come accetterà la concorrenza, dal suo punto di vista, sleale di una funeral home capace di traslare da un luogo all’altro per accaparrarsi i funerali? Si sentirà forse “scippato” nel suo presidio del territorio da parte di un concorrente itinerante, proprio perché non saldamente vincolato al suolo?

  2. Carrozzone Funerario: conosciamo benissimo le idee del Sig. Bonomelli e le varie applicazioni proposte nel tempo. Ci rammentiamo di una sua iniziativa, quella di avere appeso su tutti i pali in cemento della linea elettrica della provincia oltre che la sua pubblicità anche tutte le foto dei modelli di cofani tra l’altro a colori, molto ben realizzate e, il PREZZO del funerale finito creando un bello scompiglio negli anni 80-90 in tutte le imprese della zona. I risultati ? chissà, nessuno si è espresso in materia. Si è solamente saputo di qualche familiare che qualche settimana prima aveva pagato una certa cifra che era tolamente superiore a quella pubblicizzata sui pali con lo stesso medello di cofano e, sembra che il dolente fosse letteralmente arrabbiato.
    Attendiamo anche il Carrozzone!!!

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