L’ANCI non parteciperà più alle sedi istituzionali di concertazione (a cominciare dalle Conferenze Stato-Città e Unificata) fino a quando il Governo non avvierà una iniziativa che tenga presente le richieste – in tema di Legge Finanziaria 2004 – dei Comuni italiani. La decisione della ‘autosospensionè dell’ANCI è stata presa dal Comitato operativo dell’Associazione, in considerazione degli effetti estremamente pesanti per i Comuni di quanto contenuto nei provvedimenti che compongono la manovra. Da qui, la ‘’necessita’ imprescindibilè’ – sottolineata dai componenti del Comitato Operativo ANCI – di richiamare l’attenzione del Governo sulle conseguenze di una Finanziaria ‘’che mortifica il ruolo e la funzione dei Comuni italiani’’. Secondo le elaborazioni ANCI, l’autonomia finanziaria dei Comuni resta infatti bloccata, mentre vengono effettuate cospicue decurtazioni alle disponibilità finanziarie degli enti locali per il 2004. Solo per citare alcuni dati, i trasferimenti erariali sono decurtati di 115 milioni di euro; non è previsto il riconoscimento del tasso di inflazione (175 milioni in meno); viene ridotto il fondo ordinario per gli investimenti (-60 milioni); non è previsto il rifinanziamento del fondo spettante ai Comuni con meno di 3000 abitanti (-112 milioni) e sono fortemente ridotte le risorse per incentivare le unioni dei comuni (-50 milioni di euro). Tutto ciò si traduce in una drastica decurtazione delle entrate dei Comuni. Alcuni esempi: per il Comune di Milano le ricadute sono pari al 7% in meno rispetto alla spettanza del 2003 (31 milioni di diminuzione); per Bologna, il calo è del 7,3% (pari a circa 8 milioni di euro in meno); per Viterbo la riduzione delle spettanze è dell’11,7%; Grosseto dovrebbe subire una decurtazione del 7,4%. Ancora più grave, la situazione dei piccoli Comuni: Valdengo (Biella) avrebbe una decurtazione del 24%; Spineda (Cremona) del 19,4%; Giaveno (Torino) del 14,8%; Poggio Moiano (Rieti) dell’11%. A questo, infine, si aggiunge il fatto che il patto di stabilita’ è per i Comuni fortemente penalizzante – rispetto agli altri comparti della pubblica amministrazione – e che il federalismo fiscale è ancora fermo al palo.
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