La Commissione Igiene e Sanità del Senato ha approvato all’unanimità il disegno di legge che norma la donazione del proprio corpo alla scienza dopo la morte, a fini di studio.
La Commissione Sanità del Senato, martedì 9 aprile 2019, ha concluso la discussione congiunta dei provvedimenti in materia di donazione del corpo post mortem e di utilizzo dei cadaveri a fini di studio, di ricerca scientifica e di formazione, conferendo mandato unanime al relatore, sen. Pisani, a riferire favorevolmente all’Assemblea sul testo degli articoli del disegno di legge n. 733, come approvati dalla Commissione, con proposta di assorbimento dei disegni di legge congiunti e autorizzazione alla richiesta di svolgimento della relazione orale e all’effettuazione degli interventi di coordinamento e correzione formale del testo che dovessero risultare necessari.
Per chi fosse interessato i lavori del Senato sono reperibili cliccando AS733
“Sono veramente soddisfatto dei lavori portati avanti dalla Commissione – ha affermato nel darne notizia il presidente M5s della commissione Pierpaolo Sileri, primo firmatario del ddl – e ringrazio tutti per l’impegno, abbiamo votato insieme un provvedimento veramente importante per i medici e per la ricerca. Mi auguro che l’iter in aula possa essere rapido. Regolamentare la pratica della dissezione dei cadaveri a fini di studio, di ricerca scientifica e di formazione è indispensabile per tutta la medicina e principalmente per l’esercizio della chirurgia. Per gli studenti, infatti, è davvero fondamentale fare pratica di dissezione, soprattutto per quanto concerne lo studio dell’anatomia”. “Ma non solo: donare il proprio corpo ‘post mortem’ – ha proseguito Sileri- consentirebbe anche di non sperimentare più sul vivente, di non sperimentare più sugli animali, che vengono a volte uccisi appositamente, e di avere chirurghi più bravi perché il cadavere è anatomia umana, non di un’altra specie. Colmiamo un vuoto normativo e diamo una possibilità a tutti quelli che hanno sempre dato una mano alla scienza di fare molto di più”.
Di norma la risposta al quesito è data entro 3 giorni lavorativi.
Per quesiti complessi ci si riserva di non dar risposta pubblica ma di chiedere il pagamento da parte di NON operatori professionali di un prezzo come da tariffario, previo intesa col richiedente
Risposta a quesiti posti da operatori professionali sono a pagamento, salvo che siano di interesse generale, previa conferma di disponibilità da parte del richiedente.