“Il federalismo fiscale significava dare la possibilità ai Comuni di prelevare tasse da spendere nello stesso luogo, in modo che i cittadini potessero capire se chi li governa era efficiente oppure no. Ma come è stato realizzato ha prodotto soltanto una centralizzazione della spesa ancora più stretta”. Lo ha detto il sindaco di Bari, Michele Emiliano, parlando con l’Ansa a margine del convegno di Ifel ed Anci Puglia.
“Neanche Napoleone Bonaparte – ha sottolineato Emiliano – si sarebbe mai permesso di dire ai sindaci dei Comuni come dovevano spendere i soldi che, pur tuttavia, gli venivano mandati da Parigi. Invece in questo caso si stabilisce, voce per voce, che cosa un Comune può fare ledendo il principio dell’autonomia. Ma soprattutto ledendo un comparto, quello degli enti locali, che in questi anni ha già risparmiato circa tre miliardi e mezzo”.
“Mentre a Roma – ha precisato – continuano a spendere e spandere e la spesa continua a deflagrare. A Roma non governano ma pensano ad altro, come ormai gli italiani sanno, soprattutto durante le notti romane. E in periferia si soffre. Anche Comuni come quello di Bari, che hanno in cassa 120 milioni di euro e che stanno gestendo bene il denaro pubblico, non possono spenderlo per il Patto di stabilità”.
“Tutte queste mostruosità – ha concluso Emiliano – fanno del cosiddetto federalismo fiscale assolutamente il contrario di quello che era previsto dalla Costituzione repubblicana e un danno incalcolabile soprattutto per i Comuni del Sud”.
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