Il Ministero degli Affari Civili cinesi si sta adoperando per emanare una nuova normativa al fine di arginare il problema del commercio speculativo di aree cimiteriali pubbliche.
Cao Jie, portavoce del Ministero, ha comunicato che la revisione della legislazione in vigore – che è stata emanata nel 1997 e non proibisce chiaramente la vendita speculativa di fosse cimiteriali – è arrivata ora ad un punto cruciale.
Un funzionario ministeriale ha illustrato alcuni punti chiave del testo revisionato:
– sanzione massima di 500,000 yuan (€ 48.500 circa) per chi effettua commercio illegale di fosse cimiteriali;
– sanzione che da 100,000 a 500,000 yuan (da € 9.700 a € 48.500 circa) per i cimiteri pubblici che vendono fosse cimiteriali a chi NON produce un certificato di morte;
– sanzioni per la vendita di fosse cimiteriali che superano le misure standard (ossia 1 mq. per urna cineraria e 4 mq. per feretro);
– processo per i gestori di crematori che causano inquinamento ambientale utilizzando attrezzature per la cremazione sotto-standard;
– sostenimento delle sepolture “amiche dell’ambiente” come la sepoltura in mare ed in fiume.
A Zhengzhou, capitale della Provincia di Henan nella Cina centrale, il costo medio di una fossa per feretri raggiunge ora i 7,800 yuan (€ 750 circa) a metro quadro contro i 4,000 yuan ($390 circa) a metro quadro per l’acquisto di una casa.
Un funzionario dei servizi funerari della città, Yang Hu, ha asserito “Le persone possono scegliere altri mezzi per conservare le urne cinerarie, oppure possono scegliere sepolture in mare o sotto gli alberi, più economiche e civili”.
Ma in Cina è ancora largamente radicata la convinzione che il defunto possa avere una vita serena nell’Aldilà solamente se sepolto in tomba.
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