Scambio accidentale di salme alle camere ardenti.

Dal sito www.napoli.fanpage.it apprendiamo un agghiacciante notizia, a mezzo tra il bello ed il terribile, secondo la celebre formula leopardiana.

Un cadavere prelevato al posto di un altro all’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, con lo scambio scoperto soltanto quando, ormai, sarebbe già stato troppo tardi per rimediare al qui pro quo, perchè il corpo sbagliato era stato già cremato.

E oltre due settimane per ottenere finalmente una identificazione, passo fondamentale per fare chiarezza sulle due identità e restituire le ceneri alle rispettive famiglie.

Una vicenda surreale, che arriva dall’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, e avrebbe potuto avere pure risvolti gravi: la cremazione non viene mai imposta per legge e, per alcune religioni, addirittura, non è consentita, in quanto avvertita come profanatoria della sacralità del corpo umano, anche dopo la morte.

 

La triste storia risale agli inizi di aprile, ma è emersa soltanto in queste ore. È il 3 aprile quando viene contattata una agenzia di onoranze funebri napoletana per un decesso di un paziente Covid-19.

La salma, come da protocollo per le norme anti contagio, viene “sigillata” in un sacco blu. Il giorno successivo, il 4 aprile, gli addetti vanno a ritirare il corpo e si rivolgono ai vigilanti dell’ospedale, che sono incaricati della gestione della sala obitorio. Non c’è nessuno presente, come impongono le norme anti coronavirus, quindi nessuno che possa occuparsi del riconoscimento. Gli addetti prelevano quindi il corpo e ripartono verso il forno crematorio. Tutto procede come da protocollo: la salma viene cremata e ai familiari viene inviato il video che garantisce che la procedura sia stata eseguita.

Il giorno dopo, però, all’agenzia funebre arriva una telefonata dall’ospedale: “Probabilmente c’è stato un errore, avete preso il corpo sbagliato”, la salma per cui era stata contattata era ancora in ospedale. Lo scambio, che successivamente si appurerà esserci stato davvero, è avvenuto nel momento in cui gli addetti sono andati a prelevare il corpo e su questo aspetto ci sono due versioni opposte. L’ospedale sostiene che sia stato un errore dell’agenzia funebre. La ditta, di rimando, fornisce una spiegazione contraria: afferma che i propri dipendenti non hanno accesso alla sala mortuaria in autonomia, che dentro al loro arrivo c’era soltanto un corpo, privo di qualsiasi scritta identificativa, e che è stato indicato loro come quello da prelevare.

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Carlo Ballotta

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