La nuova legge regionale 9/2025 suscita nuove polemiche politiche

La nuova legge regionale 9/2025, recentemente introdotta in Piemonte, è ancora al centro delle polemiche politiche.
Secondo Alleanza Verdi e Sinistra, infatti, essa riduce drasticamente i requisiti necessari per aprire nuovi forni crematori, compromettendo la programmazione pubblica e le garanzie di trasparenza in un settore così peculiare e delicato.
In Commissione Legalità, anche la Società Novarese per la Cremazione ha espresso le medesime preoccupazioni.
Tali perplessità coinvolgono la modifica introdotta dell’articolo 14 della precedente legge regionale 15/2011 prevede nuovi requisiti.
Questi fissano un bacino minimo di 300 decessi annui, una popolazione di 30 mila abitanti e la distanza di 3 chilometri da un altro impianto.
Tale drastico generale abbassamento delle soglie potrebbe – secondo Alleanza Verdi e Sinistra – dare vita a iniziative estemporanee o speculazioni.
Inoltre, gli stessi sottolineano il nuovo comma 5-bis, che rende i criteri immediatamente applicabili “nelle more” dell’aggiornamento del Piano regionale di coordinamento.
E così la legge consentirebbe l’autorizzazione di nuovi impianti prima ancora dell’aggiornamento regionale del Piano con i dati relativi a popolazione, indice di mortalità, tasso di cremazione.
In Piemonte sono già attivi 14 impianti con 22 linee, che hanno una capacità potenziale di 70–75 mila cremazioni annuali, che rappresentano più del doppio del fabbisogno stimato.

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