Storie di mala gestione cimiteriale

Sono sei le custodie cautelari in carcere eseguite ieri dai finanzieri del Comando Provinciale di Caserta, che la Procura della Repubblica di Napoli ha emesso nei confronti di altrettanti soggetti gravemente indiziati – a vario titolo e in concorso tra loro – dei reati di estorsione e corruzione aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso. I reati si riferiscono a condotte corruttive ma anche estorsive per l’assegnazione di cappelle e loculi cimiteriali dal comune di S. Maria a Vico (Caserta).
Il provvedimento restrittivo ha in particolare riguardato due elementi della zona ritenuti contigui al clan camorristico dei “Massaro”, ma anche un esponente politico locale, nonché altre tre persone tutte originarie della sopracitata località.
Secondo gli investigatori uno dei soggetti coinvolti nella vicenda, facendo leva sull’indiscussa forza intimidatrice del clan, era riuscito ad ottenere una cappella gentilizia del valore di 44.000 euro dopo averla estorta al titolare della società aggiudicataria dei lavori di ampliamento del cimitero di S. Maria a Vico.
La stessa cappella, attraverso pressioni esercitate sul medesimo imprenditore da parte di un altro degli arrestati e con la compiacenza di un impiegato comunale nonché di un consigliere comunale, andava così ad essere successivamente assegnata (sulla base d’una falsa documentazione prodotta allo scopo) ad un altro soggetto in cambio di una somma di denaro.
Approfondendo le situazioni rilevate gli investigatori riuscivano poi a far emergere ulteriori condotte criminose che avevano riguardato la compravendita di cappelle e loculi presenti nella citata area cimiteriale, che hanno altresì visto il coinvolgimento del concessionario dei servizi cimiteriali pro-tempore nonché di un ulteriore soggetto risultato intestatario di ben 16 loculi.

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