Polemica a Firenze per l'approvazione di una norma comunale che prevede la sepoltura di feti e prodotti del concepimento.

A Firenze la Giunta guidata dal sindaco Matteo Renzi ha scelto di adibire all’interno del cimitero comunale di Trespiano uno spazio dedicato alla sepoltura dei feti, “compresi i prodotti abortivi e i prodotti del concepimento”. Lo prevederebbe il settimo capoverso dell’articolo 26 del nuovo regolamento di polizia mortuaria comunale, a quanto si apprende da notizie di stampa. Immediatamente si è aperta una polemica, per ora tutta interna alla sinistra:

”Che errore quel cimitero dei feti e del frutto del concepimento! Sindaco e assessori di Firenze, vi prego: ripensateci. Non e’ rispetto ‘per le scelte delle persone e delle famiglie’, ma una provocazione verso il dramma dell’aborto e del rapporto delle singole donne con la maternita”’. Lo dice la senatrice del Pd Vittoria Franco, eletta a Firenze. ”Fate un gesto di vera responsabilita’ – prosegue Vittoria Franco – revocate quella decisione insostenibile sotto tutti i punti di vista. Non dividete ulteriormente e inutilmente la citta’ su una questione tanto delicata, che attiene ai sentimenti e alla sofferenza”.
Sulla sepoltura dei feti mai nati c’e’ una ”polemica ideologica” che ‘violenta’ il ”dolore” delle famiglie
. Lo afferma Matteo Renzi, sindaco di Firenze, a proposito delle polemiche sorte per la decisione del comune di Firenze di riservare uno spazio nel cimitero comunale per i feti mai nati. ”Non capisco – afferma Renzi su Facebook – le polemiche intorno al dolore delle madri e dei padri che perdono un figlio prima della nascita. Conosco amici che hanno dovuto affrontare il lutto di sapere qualche ora prima del parto che il cuoricino del bimbo, atteso per nove mesi, non batteva piu’. E quelle eroiche mamme hanno partorito e abbracciato un bambino nato morto. Noi abbiamo regolamentato uno spazio per loro dentro i nostri cimiteri: lo prevede una Legge del 1990 e dal 1996 a Trespiano sono 1019 i feti sepolti cosi’. Perche’ violentare quel dolore con una polemica ideologica’? Perche’ questo Paese non puo’ imparare a essere laico davvero, rispettando la liberta’ degli altri’?’‘.

Per il consigliere Tommaso Grassi, il nuovo regolamento cimiteriale è un’offesa alle donne che hanno già sofferto con l’interruzione di gravidanza. Commentando “Così il Comune si erge a giudice, e le fa sentire diverse e criminali: ci chiediamo per quale motivo la Giunta Renzi ha deciso di proporre questa ennesima provocazione. Presenteremo sicuramente un emendamento per l’abolizione del settimo capoverso dell’articolo 26 del regolamento, che tratta appunto di ‘feti che non siano stati dichiarati come nati morti, di prodotti abortivi e di prodotti del concepimento’, un vero e proprio insulto per una città, come Firenze, che ha fatto della laicità e della difesa del diritto all’autodeterminazione delle donne, oggetto anche del referendum nel 1981, una propria bandiera da sempre .”
La capogruppo di perUnaltracittà Ornella De Zordo ha affermato che sia la Giunta Renzi sia la destra, vogliono la sepoltura dei ”bambini mai nati”. “Dopo Manduria, Agrigento, Milano (sindaco Moratti) e Roma, Firenze è la prima città amministrata dal centro-sinistra a veder approvato dalla Giunta comunale la realizzazione di un cimitero dei “bambini mai nati” – ha commentato la De Zordo- Il nuovo Regolamento di Polizia mortuaria approvato dalla giunta di Palazzo Vecchio prevede infatti la sepoltura “dei prodotti abortivi e dei prodotti del concepimento“, a cui verrà dedicata particolare e apposita area all’interno del Cimitero di Trespiano. ” Questa decisione contrasta nettamente con la legge 194 sull’aborto perché si basa sul concetto che un feto è una persona, con tutte le conseguenze giuridiche oltre che culturali che esso comporta. Inoltre finisce inevitabilmente per colpevolizzare le donne che già affrontano una scelta per loro dolorosissima e che abortendo non compiono solo una scelta legittima ma esercitano un loro diritto.
‘Chiediamo alla Giunta di ripensarci e nel frattempo annunciamo che daremo battaglia in Consiglio comunale presentando emendamenti al Regolamento, e che lavoreremo a fianco di quella società civile che vede moltissime persone, donne e uomini, battersi in questa città, per l’autodeterminazione e la laicità

Ma è compatibile quanto previsto a Firenze con la norma statale?
A Firenze, come in molte altre città d’Italia pare che attraverso il regolamento di polizia mortuaria comunale si sia prevista una apposita area cimiteriale destinata al ricevimento di feti che non siano stati dichiarati come nati morti, di prodotti abortivi e di prodotti del concepimento, secondo quanto considerato dall’articolo 7 decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1990, n. 285.
E l’articolo 7 del DPR 285/90 dice:
ART. 7
1. Per i nati morti, ferme restando le disposizioni dell’art. 74 del Regio Decreto 9 luglio 1939, n. 1238, sull’ordinamento dello Stato Civile, si seguono le disposizioni stabilite dagli articoli precedenti.
2. Per la sepoltura dei prodotti abortivi di presunta età di gestazione dalle 20 alle 28 settimane complete e dei feti che abbiano presumibilmente compiuto 28 settimane di età intrauterina e che all’ufficiale di Stato Civile non siano stati dichiarati come nati morti, i permessi di trasporto e di seppellimento sono rilasciati dall’Unità Sanitaria Locale.
3. A richiesta dei genitori, nel cimitero possono essere raccolti con la stessa procedura anche prodotti del concepimento di presunta età inferiore alle 20 settimane.
4. Nei casi previsti dai commi 2 e 3, i parenti o chi per essi sono tenuti a presentare, entro 24 ore dall’espulsione od estrazione del feto, domanda di seppellimento all’Unità Sanitaria Locale accompagnata da certificato medico che indichi la presunta età di gestazione ed il peso del feto

Pertanto è del tutto legittimo, su richiesta dei genitori, chiedere al Comune di seppellire i prodotti abortivi. E’ una loro libera scelta. Ed è cosa completamente diversa da quella di dare sepoltura ad ogni prodotto abortivo, indipendentemente dalla richiesta dei genitori.
Forse la conoscenza della normativa potrebbe stemperare una polemica dal sapore ideologico.

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  1. Riportiamo la dichiarazione di Maria Antonietta Farina Coscioni, deputato radicale e presidente onoraria dell’Associazione Luca Coscioni

    Se poteva non sorprendere che amministrazioni come la regione Lombardia, o le città di Cremona, Caserta, Roma, “governate” da un centro-destra puntualmente schierato in favore di iniziative di retroguardia e oscurantiste, varassero provvedimenti che prevedono la sepoltura di feti come fossero esseri umani, sconcerta che un analoga decisione sia ora adottata dalla giunta di centro-sinistra di Firenze. Proprio in quella Firenze dove nel 1975 una magistratura fino a quel momento inerte di fronte al fenomeno degli aborti clandestini e di massa, fece arrestare su delazione del settimanale fascista “Candido”, Emma Bonino, Giorgio Conciani, Adele Faccio e Gianfranco Spadaccia. In seguito a quegli arresti, e dal movimento di rivolta che ne nacque, l’aborto cessò di essere reato, e la donna che vi faceva ricorso cessò di essere punibile. Lo ricordo perché dopo quasi quarant’anni da quei fatti si assiste a una vera e propria offensiva che strumentalizza il dolore delle donne e cerca di far passare surrettiziamente il concetto che il feto costituisca una persona, con tutte le conseguenze che questo comporta. Rilevo inoltre che le amministrazioni che promuovono questo tipo di iniziative non risulta abbiano varato significative ed efficace campagne di informazione sessuale a beneficio di minorenni e donne extracomunitarie, quelle che con maggior frequenza fanno ricorso all’aborto; nulla inoltre si fa nei confronti di quei farmacisti che illegalmente praticano l’obiezione di coscienza e rifiutano di fornire la pillola del giorno dopo. Sono iniziative che ho già denunciato in passato con interrogazioni e iniziative parlamentari, e che torno a denunciare oggi. Sollecito governo e ministri a prendere una posizione e assumere iniziative perché abbiano fine questi clamorosi conflitti tra normativa nazionale, legislazioni regionali e iniziative locali.

  2. Altre reazioni sullo stesso argomento:

    ROSELLI (PDL), SÌ A SEPOLTURA FETI, SINISTRA CONTRO LIBERTÀ – “L’ideologia continua a partorire mostri, come dimostrano alcune dichiarazioni di esponenti della sinistra che evidentemente non conoscono nel dettaglio la normativa vigente nel nostro Paese in vigore da oltre 20 anni”. Lo afferma il consigliere del Pdl Emanuele Roselli, ricordando che “quanto previsto dal nuovo regolamente di polizia mortuaria è sacrosanto, perchè permette finalmente di attuare un diritto che già la normativa riconosce ma che fino ad oggi, a Firenze, non si poteva pienamente esercitare”.

    TORSELLI (PDL), SEPOLTURA PER FETI SCELTA DI CIVILTÀ – “Permettere ai feti abortiti di poter essere seppelliti nei nostri cimiteri, accanto agli altri bambini non nati, rappresenta un passo importantissimo verso il pieno riconoscimento del valore della vita, oltre ad essere un segno di profonda civiltà. Per questo mi sento in dovere, pur da esponente dell’opposizione, di rivolgere un grande e sentito plauso all’assessore Stefania Saccardi per la stesura del nuovo regolamento di Polizia Mortuaria”. Questo il commento del consigliere comunale del Pdl di Firenze, Francesco Torselli.

  3. Aggiornamento tratto da: http://www.firenzetoday.it/cronaca/associazione-sepoltura-feti-abortiti-cimiteri-polemiche.html

    L’associazione CiaoLapo: “Inutili polemiche sulla sepoltura dei feti

    Comunicato Stampa inviato da Associazione CiaoLapo Onlus – 16/03/201

    Perdere un bambino durante la gravidanza purtroppo non è un evento raro e rappresenta un vero e proprio lutto. Su 100 gravidanze, 15 si interrompono con una perdita: di queste, circa 13 per aborto spontaneo nel primo trimestre, 0,5 per interruzione terapeutica di gravidanza, 0,4 per morte intrauterina nel terzo trimestre, 0,8 nel periodo perinatale.

    Dice Claudia Ravaldi, psichiatra e psicoterapeuta, fondatrice e presidente di CiaoLapo Onlus,associazione apolitica e aconfessionale che si occupa della tutela della gravidanza a rischio e del supporto ai genitori colpiti da lutto perinatale: “Quando un bambino muore prima di nascere, spesso il rito funebre e la sepoltura assumono una valenza centrale nel processo di elaborazione del lutto. Specialmente quando la perdita avviene nella seconda metà della gravidanza. Offrire una degna sepoltura consente il riconoscimento non solo della dignità di quel bambino, ma anche della dignità di quel genitore, chiamato a salutare suo figlio ancora prima di averlo conosciuto.”

    Il comune di Firenze, come molti altri comuni italiani, ha deciso in questi giorni di intervenire sulle aree cimiteriali dedicate alla sepoltura dei bambini morti in utero, una situazione già ampiamente prevista e regolata da oltre venti anni dalla legge nazionale italiana. Continua la dott.ssa Ravaldi:”I genitori, al momento della morte in utero del loro bambino sono talmente scioccati che spesso non riescono nemmeno a pensare alla possibilità di dare una sepoltura a loro figlio, per poi realizzare quando ormai è troppo tardi, il peso dell’assenza di un luogo fisico nel quale piangerlo. Per questo è importante che le strutture sanitarie e gli enti amministrativi possiedano regolamenti e procedure chiare in materia.”

    La legge italiana prevede da molto tempo norme nazionali relative alla sepoltura dei feti e dei bambini morti in utero, ma tali norme sono spesso ignorate o erroneamente applicate in molti ospedali italiani. Gli operatori sanitari infatti spesso non informano i genitori delle possibilità di seppellire il loro bambino e di celebrare, se vogliono, cerimonie religiose o laiche. Continua la dott.ssa Ravaldi: “In molte città i feti vengono sepolti in vere e proprie fosse comuni destinate anche agli arti amputati, situate spesso in aree dimenticate e trascurate dei cimiteri, a volte fangose, incolte e piene di erbacce, che amplificano il senso di noncuranza e di isolamento dei genitori. A nessuno farebbe piacere sapere che una persona cara è sepolta in un posto che somiglia più a una discarica che ad un luogo di rispetto e di pace.”

    Quindi nessun contrasto con la legge 194. Aggiunge il dott. Alfredo Vannacci, co-fondatore e vice-presidente di CiaoLapo: “Seppellire i bambini morti in utero è un atto di civiltà. Non ha niente a che vedere con la legge 194 o con il diritto all’aborto. Non è obbligatorio, né esiste alcuna forma di costrizione psicologica o di altro genere nei confronti dei genitori che non desiderano alcuna sepoltura. Ciò che deve essere consentito, perché previsto per legge da venti anni in Italia, è che i genitori che perdono un bambino durante la gravidanza abbiano la possibilità, se lo vogliono, di seppellirlo in maniera civile ed in luoghi degni, appositamente indicati dai regolamenti cimiteriali del Comune.”

    Ed è proprio di questo che si è occupata la giunta di Palazzo Vecchio in questi giorni, approvando il nuovo regolamento di polizia mortuaria che affronta anche il problema della sepoltura dei feti e dei bambini morti in utero, e riqualifica una apposita area del cimitero comunale di Trespiano. Conclude la dott.ssa Ravaldi “Nel progetto fiorentino c’è anche la proposta di apertura verso le diverse modalità funerarie in base alle differenze culturali, religiose, psicologiche ed economiche. Le polemiche di stampo politico e/o religioso sono fuori luogo. La degna sepoltura dei bambini morti in utero è un atto transculturale, laico e apolitico, diffuso in gran parte dei paesi del mondo. Solo in Italia diventa motivo di discordia. E’ raggelante notare come spesso siano proprio i paladini dei diritti delle minoranze a scagliarsi in maniera violenta e scoordinata contro i diritti delle madri e dei padri “orfani” dei loro bambini morti prima di nascere. Come se garantire il rispetto dei diritti di un genitore che perde un figlio e intende seppellirlo (a qualunque età gestazionale, purché la decisione sia sua) significasse ledere il diritto di chi legittimamente decide di non seppellire il proprio o altrettanto legittimamente stabilisce di interrompere per qualunque ragione una gravidanza.”

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