Mantova: un museo ripercorre la storia del movimento cremazionista nella città

Il tempio crematorio, sito all’interno del cimitero monumentale, è stato il fulcro di un progetto di musealizzazione e valorizzazione, fortemente voluto da Comune e Tea, a cura di Stefano Benetti.
Mantova è stata una delle prime città in Italia a dotarsi di un tempio crematorio pubblico.
Il primo tempio, inaugurato già nel 1887, in posizione centrale rispetto al cancello d’entrata, ora non esiste più.
Quello attuale, costruito nel 1931, conserva ancora numerosi monumenti funebri recuperati dal vecchio edificio, di autori quali Carlo Vitali, Agamennone Paganini, Carlo Cerati.
Il museo, ideato all’interno, ripercorre la vicenda storica del movimento cremazionista a Mantova e l’idea di costruzione del crematorio, pensato – fin dai suoi esordi – come esempio di progresso e illuminazione, illustrando gli aspetti architettonici ed artistici dei due templi succedutisi a Mantova, descrivendone le opere scultoree e proponendo le biografie di illustri mantovani cremati come Achille Sacchi, Antonio Bianchi, Giuseppe Borchetta, Ermogene Gnocchi, Giuseppe Grioli.
%Egrave; stata, infine, predisposta una guida interattiva multimediale riassuntiva in forma di web-app, a cui ci si può collegare col proprio smartphone o tablet, mediante il wifi gratuito offerto da Tea.

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