Quando l'imprenditore funebre è ruvido

È stato condannato ad una multa di 2000 euro, Massimo Perassi, contitolare di un’impresa di pompe funebri di Luserna San Giovanni (Torino). Era accusato di estorsione, ma il giudice ha derubricato la contestazione in “esercizio arbitrario delle proprie ragioni”. Assolto (per non aver commesso il fatto) il socio, Valerio Catalin nei confronti del quale, peraltro, non era stata sporta denuncia. Il pm aveva chiesto per entrambi un anno e 4 mesi. L’episodio risale a fine gennaio del 2010, quando Perassi avrebbe chiesto 200 euro ai parenti di un defunto per il trasporto della salma da casa all’obitorio, con la minaccia di lasciare la bara in giardino, in mezzo alla neve, se non avesse avuto i soldi.
Un comportamento che definire “ruvido” è poco, tanto che dopo quasi due ore di camera di consiglio il giudice ha riconosciuto per il figlio e il fratello del defunto, parti civili, un risarcimento danni di mille euro ciascuno, più le spese legali.

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