La posizione della Federcofit sullo scandalo dell'accaparramento dei funerali a Milano

Riceviamo dalla Federcofit e volentieri pubblichiamo il seguente comunicato stampa:

GLI SCANDALI DELLA FUNERARIA MILANESE

Le vicende che hanno interessato la funeraria milanese e che, giustamente, hanno avuto un grande rilievo sulla stampa locale e nazionale, sono di una gravità estrema.
l’auspicio di Federcofit è che su questi fatti la magistratura faccia in tempi rapidi la massima chiarezza evidenziando le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti.
I cittadini di Milano devono conoscere con precisione i fatti ed avere certezze in merito alle responsabilità senza facili ed inconcludenti generalizzazioni.
Federcofit esprime, poi, una grande preoccupazione per le aziende interessate e gli addetti di queste imprese che vedono i massimi responsabili coinvolti pesantemente in queste vicende, augurando che ognuno possa chiarire la propria posizione e riprendere il proprio ruolo nell’interesse di attività vitali ed importanti, piccole o grandi che siano.
Lungi da noi trovare alcuna giustificazione a comportamenti inaccettabili e da censurare senza esitazione. ci poniamo, invece, da tempo l’esigenza di comprendere le ragioni di un fenomeno che si manifesta diffuso in tutto il paese, anche se con numerose isole felici, dal sud (Bari, Foggia, ….) al nord (Torino, Milano, ………) e che viene dietro alla crescente diffusione dei decessi all’interno degli ospedali e delle strutture sanitarie, luoghi eletti sempre più frequentemente dalle famiglie italiane per il decesso dei propri cari.
Da alcuni decenni gli ospedali rappresentano “il mercato” principale delle pompe funebri senza che siano maturate nuove e funzionali regole.
Su questa realtà, se è giusto e doveroso punire i comportamenti illegittimi, è anche necessario indagare ed individuare ed applicare regole nuove in grado di gestire un “mercato” che fa sempre più riferimento agli ospedali.
Non vogliamo generalizzare, sarebbe inaccettabile per le pompe funebri e per ogni altra categoria, ma dobbiamo evitare che infermieri o altri soggetti impegnati nella sanità assumano il ruolo di impropri gestori e controllori di questo mercato: ognuno faccia il proprio mestiere senza intrecci e commistioni perverse.
Sappiamo che non è facile, anche per l’assenza di forza e capacità autonoma di un contraente, la famiglia colpita dal lutto, facile bersaglio di operatori scorretti, ma qui si gioca la partita per il futuro delle pompe funebri in Italia.
Sappiamo che non è facile anche per una carenza di controlli sul settore e per la difficoltà a procedere a controlli più efficaci e preventivi e per una eccessiva polverizzazione aziendale del settore.
Sappiamo che tante sono le difficoltà, ma niente può giustificare il disimpegno.
Sono anni che cerchiamo di convincere Istituzioni e forze sociali, sono anni che cerchiamo di superare le resistenze presenti all’interno della categoria, sono anni che denunciamo l’inefficacia di sermoni e prediche che invocano la buona condotta e l’impegno morale a stare fuori dagli ospedali e strutture sanitarie.
Questi eventi milanesi ci spingono a riprendere con maggior vigore la nostra iniziativa per la realizzazioni di ipotesi gestionali nuove di effettiva trasparenza, iniziando, però dalle necessarie verifiche sul rispetto delle recenti disposizioni regionali in merito al monitoraggio trimestrale delle attività nelle camere mortuarie.
Certo questi eventi ci impegnano anche a guardare al nostro interno ed alla ricerca della massima coerenza tra il dire ed il fare chiedendo a tutti coloro che sono coinvolti in questi fatti di fare non un solo, ma più passi indietro per dare la dovuta credibilità alle nostre parole ed ai nostri impegni

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