A Reggio Emilia indagati tre dipendenti dell'ospedale per presunta vendita di informazioni collegate ai funerali

A Reggio Emilia si indaga sul comportamento di tre dipendenti dell’ospedale, addetti alla camera mortuaria. L’indagine è partita da San Polo d’Enza: degli accertamenti sono stati incaricati i carabinieri di questa stazione. A presentare l’esposto potrebbe essere stata una ditta di onoranze funebri danneggiata da un concorrente favorito dal personale della camera mortuaria o una famiglia che ha riscontrato illeciti nella gestione del servizio. Della vicenda si sta occupando la procura di Reggio Emilia, che ha aperto un fascicolo per corruzione e atti contrari ai doveri d’ufficio.

I tre dipendenti sono indagati a piede libero. Due dei tre necrofori sono residenti a Reggio Emilia, il terzo nell’hinterland. Un paio di loro erano stati assunti soltanto l’anno scorso. Interrogati dai carabinieri, si sarebbero difesi negando di aver mai ricevuto denaro. La direzione dell’arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia ribadisce in un comunicato che le regole dettate dall’ospedale lasciano alle famiglie piena libertà di scegliere l’impresa di onoranze funebri nel caso di decesso di un congiunto in ospedale. Le imprese funebri reggiane sono silenti. Nel frattempo in consiglio comunale sta approdando, con notevole ritardo, la modifica del regolamento di polizia mortuaria comunale, che tra l’altro affronta anche le modalità di controllo dell’attività funebre.

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2 thoughts on “A Reggio Emilia indagati tre dipendenti dell'ospedale per presunta vendita di informazioni collegate ai funerali

  1. «DUECENTO euro a funerale». Questo sarebbe il contenuto dell’accusa rivolta dalla procura della Repubblica a tre necrofori dell’obitorio del Santa Maria Nuova, sospettati di aver ricevuto soldi dall’onoranza di volta in volta «favorita». Uno dei necrofori, interrogato dai carabinieri l’altro giorno, ha negato con forza di aver mai indicato ai parenti questa o quell’altra onoranza funebre.
    Fonte: Il Resto del carlino – cronaca di reggio Emilia – 28/2/2009

  2. Dichiarazione di Marco Eboli – Capogruppo AN-PDL in consiglio comunale a Reggio Emilia.
    “Ho già ricordato che nel marzo del 2007 il gruppo AN-PDL presentò una mozione sui rischi di corruzione nel settore delle pompe funebri, che fu discussa il 14 maggio ottenendo i soli voti favorevoli del gruppo proponente”. Inizia così la nota con cui Marco Eboli, Presidente gruppo AN-PDL, interviene sulla vicenda del racket sulle sepolture.

    “Nel settembre dello stesso mese però la sensibilità del Presidente della III Commissione Sanità e Affari sociali, avvocato Marco Fornaciari, portò ad una discussione, da me richiesta, nella sua commissione. In quella sede la proposta di AN-PDL di un nuovo regolamento di polizia mortuaria, di cui ho avviato la settimana scorsa la discussione nella IV Commissione consiliare che presiedo, fu largamente condivisa, così come l’esigenza di maggiori controlli da parte del Comune e dei vertici del S. Maria Nuova”.
    “L’amico avvocato Fornaciari – prosegue Eboli – possiede la sensibilità e l’intelligenza necessaria per comprendere che è inopportuno, da parte sua, consigliere comunale e Presidente della commissione Sanità e Affari sociali, che ha discusso del problema, assumere la difesa di uno degli indagati. Il conflitto di interessi tra ruolo pubblico e professionale è di tutta evidenza. Confido che l’avvocato Marco Fornaciari faccia una scelta netta, tra il restare consigliere comunale o patrocinare la difesa di uno degli indagati dalla Procura della Repubblica, anche perché in base al Testo Unico della legge sugli Enti locali, è incompatibile il ruolo di amministratore pubblico con chi abbia cause pendenti con il Comune”.
    “E’ evidente – conclude – che essendo il Comune, in base alla Legge Regionale 19 del 29 luglio 2004, tenuto ad effettuare i controlli, previsti anche dal nuovo regolamento di polizia mortuaria, un consigliere comunale non può essere controllore, ed al tempo stesso, in veste professionale, difensore dei controllati, o peggio, in questo caso indagati”.
    Fonte: http://www.bologna2000.com

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