Pronuncia di decadenza

Domanda

Nel cimitero è stata individuata una sepoltura privata, con concessione perpetua, ove sono state tumulate delle salme, l'ultima nel 1953.
Inoltre, tale tomba non sembra essere visitata da anni dai familiari.
Su richiesta, l'Ufficio Tecnico ha verificato che la cappella è in ottimo stato strutturale.
Successivamente a ricerche anagrafiche, emerge che la famiglia del concessionario è in parte estinta ed in parte emigrata.
Pertanto, ciò rende difficile il contatto con eventuali discendenti o familiari in vita.
Si chiede se il Comune possa revocare la concessione anzidetta per una riassegnazione della sepoltura.

Risposta

Una concessione perpetua rimane tale, salvo che non vi sia la possibilità di pronunciare la decadenza o la revoca.
Quindi, nel vostro caso, si tratta di decadenza.
La revoca è un provvedimento in base al quale la pubblica amministrazione necessita del ritorno in possesso dell'area concessa per motivi di pubblico interesse.
Corrisponde cioè all'esproprio in ambito di diritto privato.
La pronuncia di decadenza necessita dei presupposti e delle modalità, generalmente stabilite dal regolamento di polizia mortuaria comunale.
In assenza di norme regolamentari comunali, si fa riferimento all'articolo 63 del D.P.R. 285/90.
Questo però prevede l'obbligo del mantenimento dei manufatti di proprietà dei concessionari per la durata della concessione.
Se la tomba non è in buono stato di manutenzione si può pronunciarne la decadenza.
Nel vostro caso si tratta, visto il buono stato di conservazione, di abbandono amministrativo (cioè famiglia estinta).
Ciò può dar luogo a decadenza, se tale eventualità è prevista per iscritto nel regolamento di polizia mortuaria comunale.
Si consiglia quindi di effettuare una revisione dello stesso e poi pronunciare la decadenza.