Domanda
Ai sensi del D.P.R. 285/90 tutte le tombe di famiglia devono prevedere ripiani.
Per questo motivo gli eredi concessionari di un’antica tomba di famiglia devono adeguare il sepolcro alla disposizione ed eseguire ulteriori opere di manutenzione.
Gli stessi, affermando di non essere gli unici eredi, chiedono al Comune di effettuare una ricerca anagrafica degli altri aventi diritto, per suddividere con loro le spese.
Al termine dell’indagine gli aventi diritto individuati rinunciano però alla loro eredità.
Mentre nell’unico caso riscontrato di estinzione di un ramo di famiglia si dichiara la decadenza del diritto concessorio.
Si chiede se, a causa delle decadenze, sia il Comune stesso a riacquisire parte del sepolcro.
Oppure se tali decadenze comportino un accrescimento delle quote dei tre concessionari attuali.
Risposta
Si tratta di valutare se le opere manutentive siano indispensabili per poter tumulare salme nella tomba.Ad esempio si potrebbero consentire tumulazioni di urne cinerarie, ma non di feretri.
Se il Comune non può consentire la tumulazione di nessun feretro senza dette opere, la situazione resta ferma fino alla loro effettuazione.
A nulla rileva il fatto che vi siano diversi titolari di altre quote della tomba
È l’uso della tomba per tumulazione di feretro che risulta non possibile.
Se invece le opere manutentive non svolte consentono egualmente la tumulazione nella tomba, questa si effettua secondo il solito principio.
Chi prima muore tra gli aventi diritto alla sepoltura è colui che ha diritto alla tumulazione, fino alla capienza massima della tomba.
In assenza di regolamentazione locale, la scelta di procedere alla decadenza di quote di sepolcro viene ritenuta impugnabile per carenza di presupposti.
- del: 2004 su: Concessioni cimiteriali e diritti di sepolcro per: Italia Tag: Concessione di sepoltura | Quesiti | sepolcro | subentro in: ISF2004/4-d Norma: DPR 285/1990, capo 15