CdM approva DEF, poi con la stampa il Premier annuncia anche la riduzione delle municipalizzate

L’Italia crescerà quest’anno dello 0,8%, un po’ meno di quanto previsto finora, ma comunque più di quanto stimato dalla Commissione europea e dal Fondo monetario. Manterrà il deficit abbondantemente sotto il 3%, al 2,6%, vedrà il debito pubblico salire al 134,9% del Pil quest’anno per poi scendere anche grazie alle privatizzazioni ed assicurerà la tenuta dei conti, perché la finanza pubblica "è a posto". Il decalage di debito e deficit rallenterà un po’, ma rimane chiaro. Allo stesso tempo l’Italia varerà le riforme strutturali, quelle che tutti invocano, quelle rimaste bloccate per anni, se non per decenni, e che restituiranno al Paese una credibilità e una prospettiva di sviluppo in grado di invertire il ciclo negativo. E’ questo il sentiero su cui si muove il Def approvato dal consiglio dei ministri insieme al Piano nazionale per le riforme, che getta le basi anche per l’operazione "di giustizia sociale" diventata uno dei fiori all’occhiello di Matteo Renzi: il taglio dell’Irpef per dare agli italiani dal reddito medio-basso l’equivalente di una "quattordicesima".

La spending non comporterà invece alcuna tagliola per la sanità, settore tradizionalmente tra i più a rischio. Di tagli lineari non ce ne saranno, anzi la spesa sanitaria è destinata inevitabilmente a crescere con l’invecchiamento della popolazione. Quello che sarà necessario sarà invece un intervento sulle Regioni che finora hanno amministrato peggio la spesa, "picchiando duro se serve". "Confermo anche l’impegno dello ‘Sforbicia-Italia’ e sulle municipalizzate”, ha sottolineato il premier. Coperture e misure specifiche verranno comunque dettagliate nel prossimo apposito decreto annunciato per venerdì prossimo, 18 aprile. Qualche giorno dopo rispetto al previsto perché prima sarà necessario portare il Def in Parlamento, con il passaggio fissato giovedì 17.

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