Nei cimiteri suseganesi è scoppiata la guerra dei fiori. Una disputa che potrebbe anche far sorridere ma che, toccando le persone nell’intimità del lutto e della memoria, in realtà si è trasformata in una faccenda assai seria. Al punto da mobilitare il Comune e le cinque parrocchie del paese in una controffensiva alla maleducazione, a colpi di avvisi affissi nei camposanti e letti perfino dal pulpito delle chiese. Tutto è partito all’inizio dell’estate, quando in Municipio sono iniziate a piovere le lamentele di cittadini indignati per il comportamento dei vicini di tomba. A protestare erano i parenti dei defunti tumulati nella prima fila dei loculi: una posizione ritenuta di pregio nel “mercato immobiliare” cimiteriale (non a caso è più costosa di altre file alte), visto che non necessita della scala e oltre al portafiori installato sulla lapide può disporre anche del marciapiedi per la collocazione di ulteriori vasi. Il fatto è che su quel pianterreno hanno cominciato a spuntare anche i mazzi e le piante dedicati ai defunti tumulati nei piani superiori. Col risultato non solo e non tanto di ostacolare il transito a chi percorre il perimetro del camposanto, ma anche e soprattutto di nascondere le tombe del piano terra. In un primo momento gli amministratori comunali avevano pensato che, per risolvere la querelle, bastasse convincere i “confinanti” ad accordarsi per una pacifica convivenza. Ma l’invito a rispettare le buone maniere non è stato sufficiente e le proteste sono continuate. Così dai primi di settembre un cartello, affisso nei cimiteri di Susegana, Ponte della Priula e Colfosco, invita i familiari degli “inquilini” dei piani superiori a non schermare le tombe della prima fila. La stessa raccomandazione è stata letta pure dai parroci al termine delle Messe di domenica. Non si sa mai che la predica non possa finalmente mettere pace nell’ultima frontiera per l’aldilà.
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