La Grande Crisi e la connessa serie di misure di contenimento della spesa pubblica hanno inciso sulla capacità gestionale cimiteriale e di cremazione italiana. Questo sia per la sempre minore disponibilità di finanziamenti per nuove opere pubbliche sia per i sostanziali blocchi di assunzione di personale per nuove attività (addirittura sono anni che non si riesce ad assumere nemmeno tutto il personale che va in pensione).
Il risultato è che la domanda di potenziamento della gestione esistente o anche la realizzazione di nuovi crematori è sempre più affidata a gestori privati, con lo strumento del project financing.
In base a nostre elaborazioni su dati SEFIT siamo in grado di stimare che la gestione pubblica (tra in economia diretta comunale e gestioni con SPA pubbliche) è attorno al 50% se misurata in termini di numerosità di cremazioni. Le società di cremazione (direttamente o a mezzo di società controllate) superano di poco il 15% del mercato, mentre il restante 35% del mercato è privato, quest’ultimo dominato dalla società Altair, vero leader del mercato italiano.
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