Sabato si sono registrati violentissimi scontri nella zona del più grande cimitero di Mosca, il Khovanskoe.
Secondo il ministero dell’Interno russo almeno 2 persone sono morte e 10 sono rimaste ferite, ma si sentono colpi di pistola e, stando a testimoni citati da life.ru, i morti potrebbero essere 12.
Cosa sia successo realmente non è ancora del tutto chiaro. Secondo una fonte della polizia, dietro gli scontri di massa ci sarebbe il tentativo di un gruppo di criminali di origine caucasica (ceceni e daghestani) di imporre ai tagiki e agli uzbeki che lavorano nel cimitero il pagamento di una quota fissa della loro retribuzione: un sopruso a cui gli immigrati asiatici avrebbero reagito imbracciando come armi vanghe, spranghe e bastoni.
Alle violenze hanno preso parte circa duecento persone.
La rissa, secondo quanto ha riferito la portavoce della polizia Sofya Khotina, sarebbe stata innescata da una disputa territoriale tra due diversi gruppi di lavoratori del cimitero, appartenenti a gruppi etnici originari dell’Asia centrale e del Caucaso.
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