Regno Unito: dispositivi medici e cremazione, la riforma del 2024 ha creato qualche problema

Nel Regno Unito, alcuni dispositivi medici impiantati — come pacemaker, pompe per farmaci o impianti radioattivi — devono essere rimossi prima della cremazione per evitare esplosioni dovute al calore, che possono danneggiare i forni e mettere a rischio la sicurezza del personale.
Anche in caso di sepoltura, alcuni impianti rappresentano un potenziale pericolo ambientale.
Si tratta di un problema tecnico che molte famiglie non si aspettano di dover affrontare.

Dopo le riforme introdotte nel settembre 2024, il sistema britannico si è complicato: molte imprese funebri e operatori dei crematori si rivolgono erroneamente agli Medical Examiners, figure mediche indipendenti incaricate di verificare le cause di morte, ma non autorizzate ad accedere alle cartelle cliniche dei pazienti.
Questo errore genera confusione e ritardi nei funerali, prolungando l’angoscia delle famiglie.

La guida ufficiale è però esplicita: la responsabilità di segnalare la presenza di dispositivi pericolosi spetta al medico curante (attending practitioner), ossia colui che redige il certificato di morte (AP MCCD).
Tuttavia, l’attuale struttura burocratica ostacola l’applicazione pratica di questa norma.
Prima della riforma, il Cremation Form 4 permetteva di identificare chiaramente il medico responsabile. Il nuovo Form 9 – Part D ha invece eliminato tali riferimenti, creando un vuoto informativo.
L’Esaminatore Medico Nazionale ha già proposto di inserire il numero di iscrizione all’albo (GMC number) per facilitare l’identificazione del medico.

La soluzione proposta non è aggiungere burocrazia: basta una conferma via email del medico curante e una verifica scritta dell’avvenuta rimozione dell’impianto per procedere.
Il caso dimostra come una riforma ben intenzionata possa generare effetti contrari, se non tiene conto del fattore umano.
Efficienza e rispetto per la dignità dovrebbero restare i veri pilastri di ogni sistema funerario.

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