Si aggrava situazione cimiteriale di Palermo

Sono arrivate a tre le settimane di attesa per la sepoltura delle salme nei loculi, a meno che non si possieda una cappella o si richieda un posto a terra.
Intanto le bare vengono sigillate e sistemate nelle camere mortuarie o in stanza di fortuna, e molto spesso i familiari preferiscono tenerle all’interno della propria abitazione.
Antonino Adamo, direttore dell’ente Santo Spirito, gestore del cimitero di Sant’Orsola, da la colpa all’amministrazione comunale: “abbiamo 31 bare in deposito che hanno già tutte una destinazione e non possiamo accoglierne altre perché, al momento, non abbiamo altri loculi disponibili, ad eccezione di quelli nelle cappelle gentilizie. La scelta di custodire la bara in casa è del tutto personale. Il nostro camposanto appartiene a una fondazione e per questo, da parte nostra, non sussiste alcun obbligo di tumulare. È dovere dell’amministrazione comunale, così come previsto dal regolamento di polizia mortuaria, garantire una degna sepoltura ai cittadini”.
Nonostante l’ente che gestisce il cimitero proceda regolarmente allo scarico dei loculi con scadenza trentennale, ciò non basta per fronteggiare l’emergenza. A Palermo i morti hanno una media di sedici al giorno, mentre vengono liberati sono 15 posti a settimana. Ad aggravare la situazione è stato il guasto al forno crematore del cimitero di Santa Maria dei Rotoli che per il momento ha riposto le salme nelle celle frigorifere all’interno delle quali non c’è quasi più posto.

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