Polemiche a Caserta per l'incentivo a seppellire i prodotti abortivi

Tra l’Azienda ospadaliera “S.Anna e e San Sebastiano” di Caserta e l’Associazione ‘Difendere la vita con Maria’ e’ stato sottoscritto per promuove il seppellimento dei ‘bambini non nati’, ovvero dei feti abortiti, con la disponibilita’ del sindaco si Caserta per rendere disponibile un apposito spazio nel cimitero cittadino e il ”plauso del vescovo”. L’associazione, nel suo sito spiega, di avere questo specifico obiettivo.

Potrebbe essere una buona cosa se ci si limitasse a sostenere economicamente la scelta da parte dei genitori (e solo loro) per la sepoltura di un prodotto abortivo. Difatti l’onere, anche in tempi di ristrettezze finanziarie come questo, è di una certa rilevanza (si tratta pur sempre di un piccolo funerale). Invece la iniziativa assume l’aspetto di una vera e propria crociata in favore del seppellimento di massa di prodotti abortivi in cimitero.

Un ‘elemento di umanità e civiltà’, che si colloca comunque ‘nel rispetto della scelta della donna di abortire’. Così il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, ha commentato il protocollo di intesa per promuove il seppellimento dei feti abortiti. ‘Mi pare un’iniziativa di civiltà – ha affermato Roccella – dal momento che, altrimenti, questi feti andrebbero a finire nei cosiddetti ‘rifiuti speciali’, e non credo che il sentimento di una donna che decide di abortire vada in questa direzione’. Nella ‘difficile scelta dell’aborto’ ha sottolineato il sottosegretario ‘la donna può avere sentimenti ambivalenti e spesso l’idea di una sepoltura del feto può consolare. Se la donna richiede dunque la sepoltura del feto abortito’ ha aggiunto Roccella ‘non vedo dove sia il problema. Ma è chiaro che non può essere un’imposizione’. Ad ogni modo, anche se non ci fosse una richiesta esplicita da parte della donna che abortisce, ha precisato, ‘non vedo quale violenza ci sia, rispetto alla donna, nell’atto della sepoltura del feto’. Tale pratica, ha concluso il sottosegretario, ‘non si configura cioè come una forma di violenza contro la volontà della donna, la cui scelta è rispettata’.

Immediate le reazioni del sindacato medico Fp-Cgil Medici. per il quale si tratta di una ”violenza psicologica sulle donne da fermare”. Il protocollo, afferma la Fp-Cgil Medici, ”potrebbe estendersi a diversi altri ospedali secondo la volonta’ espressa da Don Maurizio Gagliardini, presidente dell’associazione ‘Difendere la vita con Maria’, di volerlo utilizzare come testimonial e ‘locomotiva’ in particolare nel Mezzogiorno”. Di fatto “Difendere la vita con Maria” è l’unica associazione che si batte per la proliferazione della sepoltura (a sistema di inumazione), mentre sono ormai radicate nella società italiana le associazioni per la diffusione della cremazione. Vien da chiedersi se il Sindaco di caserta, prima di concedere l’uso del terreno (gratuito a pagamento o a che altro titolo?) abbia valutato se riesca a garantire la secoltura dei cadaveri di persone che muoiono quotidianamente nel suo territorio, stante la cronica deficienza di strutture cimiteriali nel Sud (e ormai anche nel Centro e Nord Italia).

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  1. Riportiamo le dichiarazioni del Sindaco di Casera, apparse su un quotidiano locale:
    “Quando una mamma vede morire il proprio bambino, anche nelle primissime settimane dopo il concepimento, è giusto che la stessa abbia la possibilità di ricordarlo e di piangerlo”. Il sindaco di Caserta Pio Del Gaudio, dopo giorni di silenzio, interviene sul protocollo d’intesa, approvato con delibera del 22 luglio 2011, tra l’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta e l’associazione “Difendere la vita con Maria”, che promuove il seppellimento dei bambini non nati, ovvero dei feti abortiti, con la disponibilità dell’amministrazione comunale di Caserta di un apposito spazio nel cimitero cittadino.
    “La nostra è stata una scelta, prima di tutto di grande umanità e di natura cristiana. D’altronde l’amministrazione comunale da me diretta non ha mai nascosto le vicinanze alla Chiesa”, dichiara il sindaco Del Gaudio, il quale critica duramente la posizione del sindacato Fp-Cgil Medici, per il quale “il provvedimento è solo una violenza psicologica sulle donne da firmare”. “Non voglio entrare – continua il sindaco – nel merito della tematica legata all’aborto, ma un bambino non nato non può essere assolutamente considerato un rifiuto ospedaliero e finire poi nei cosiddetti rifiuti speciali. Condivido in pieno le parole del vescovo Farina – rincara Del Gaudio – e ci tengo a sottolineare che, fare il sindaco, non significa solo alimentare le polemiche sterili, che qualche ex vicesindaco, solo ed esclusivamente per vezzo personale, decide di rendere pubbliche. Al contrario, credo che un amministratore debba occuparsi anche dei problemi che interessano la sfera dell’etica e, quindi, non solo tappare le buche o alludere a questo o quel comportamento, insinuando nel cittadino, sentimenti di odio e di astio nei confronti di chi fa politica nell’interesse collettivo. Infine, – conclude il sindaco Del Gaudio – ci tengo a rendere noto che la mia scelta di sposare l’iniziativa è stata dettata dal cuore e dialogando con alcune mamme che hanno visto il loro bambino morire nelle prime settimane di vita”.

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