Persa cassetta di resti ossei in cimitero: Comune condannato a risarcire il danno

Riportiamo la seguente notizia, che fa riflettere sugi effetti che si determinano su una Aministrazione comunale per un probabile errore operativo, che assume però una forte valenza emozionale.
Il Comune di Pisa "perde" i resti di una salma e viene condannato a risarcire gli eredi.
E’ un conto di 50.000 euro quello che l’amministrazione (15.000 li verserà l’assicurazione) salderà ai due figli (Alberto e Francesco Cavallini originari di Lari ma il primo residente a Firenze e il secondo a Livorno) e al nipote (Alessandro residente a Livorno) di Marcella Pagni, deceduta nel 1988 (nel 1999 esumata) e tumulata, così almeno pensavano i familiari, nel cimitero di San Piero a Grado.
La causa si è trascinata da anni e solo ora è arrivata a conclusione.
I resti della mamma e quelli della nonna, esumati e riposti in due cassettine nel febbraio ‘ 99, dovevano essere riposti nel loculo di famiglia, nel cimitero di San Piero a Grado, nel Comune di Pisa.
Invece erano stati smarriti.
Due cassettine furono ritrovate in un locale del cimitero nel settembre 2005.
Su una c’ era il nome della nonna. Ma ancora oggi non è certo che gli altri resti siano quelli della mamma.
Le ossa di Marcella Pagni furono perse durante un’esumazione dalla tomba all’ossario.
La cassettina sparì insieme a quella di un’altra parente poi ritrovata.
Il braccio di ferro tra eredi e Comune si è concluso con il risarcimento del danno a chi ha dovuto sopportare l’amarezza di non avere più i resti della proprio familiare defunto.

Lascia un commento

Quando inserisci un quesito specifica sempre la REGIONE interessata, essendo diversa la normativa che si applica.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Di norma la risposta al quesito è data entro 3 giorni lavorativi.
Per quesiti complessi ci si riserva di non dar risposta pubblica ma di chiedere il pagamento da parte di NON operatori professionali di un prezzo come da tariffario, previo intesa col richiedente
Risposta a quesiti posti da operatori professionali sono a pagamento, salvo che siano di interesse generale, previa conferma di disponibilità da parte del richiedente.