Nove arresti per racket caro estinto a Canosa di Puglia

Per i reati di associazione per delinquere, corruzione di incaricato di pubblico servizio e rivelazione di segreti d’ufficio la Polizia di Canosa di Puglia ha eseguito nove ordini di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessi dal Gip di Trani su richiesta della Procura. I destinatari dei provvedimenti sono i titolari di una impresa funebre, operatori socio sanitari in servizio all’ospedale di Canosa di Puglia e personale di un servizio privato di ambulanze. Cinque ordini di arresto sono stati notificati a titolari e soci dell’Organizzazione Funeraria Val­le dell’Ofanto, l’impresa di pompe funebri canosina coinvolta nell’inchiesta tranese. Altri quattro, riguardano personale ospedaliero (2) e l’amministratore unico e il presidente di un servizio di telesoccorso convenzionato con la Asl Bat, denominato Handik Help, per il trasporto dei defunti in ambulanza. Le indagini della polizia avrebbero consentito di accertare che gli indagati consentivano all’impresa funebre citata di avere il pieno controllo sull’attività di pompe funebri a Canosa di Puglia. In alcuni casi, coi pazienti ancora in fin di vita, entrava in azione la fitta rete di collegamenti: il personale sociosanitario allertava l’agenzia di pompe funebri sul­l’imminenza del decesso mettendola così nelle condizioni di battere sul tempo la concorrenza. In passato altre indagini avevano accertato il malaffare nel settore funebre pugliese a Monopoli, Polignano a Mare e Mola di Bari, Foggia e più volte a Bari. La prima inchiesta a Bari risale agli anni ‘90 quando coinvolse alcune agenzie di pompe funebri della città e personale del Policlinico

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