Calabria: sale la tensione in parte delle imprese funebri per le modifiche legislative regionali

Veniamo a conoscenza e pubblichiamo la seguente nota di una parte dell’imprenditoria funebre calabrese, aderente a Funercalabria.


“Martedì 12 marzo 2024 all’ordine del giorno c’è prevista nuovamente la proposta di legge “omnibus” n. 264/12^ dove all’art. 6 c’è l’ennesima “sceneggiata” napoletana dove di fatto dicono di accontentare le nostre richieste però in realtà non si rileva nessuna sostanziale modifica alla l.r.38/23 e 48/19 ma anzi viceversa vi è una stretta incisiva che chiude definitivamente le Sale del commiato agli esercenti e addirittura accrescendone i requisiti per realizzarle divenuti pari alle case funerarie”.

“Questa legge regionale ha massacrato la piccola impresa in favore di altre, – prosegue la nota – poche e facoltose, uccidendo così la concorrenza e innalzando i costi funebri anche per la popolazione finale”.

“Di fatto il presidente Occhiuto, che non ci ha mai degnato di una risposta nonostante le ripetute richieste di incontri e, unitamente all’irremovibile consigliere regionale Giuseppe Neri, ha varato una legge regionale senza un reale confronto con la parte sociale, avendo, forse, avuto un confronto con qualche soggetto a “loro gradito”. Non si spiega altrimenti perché non debba essere accolta anche la nostra istanza”.

“Ci hanno “derubato” per legge regionale del servizio privato ambulanza, delle sale del commiato, hanno imposto certificazioni di qualità solo per chi si associa, nuove norme per le case funerarie (tranne quelle appena nate, vergognoso); la burocrazia è insostenibile, il Suap intasato di richieste di informazioni, un caos assoluto e una burocrazia asfissiante …. pazzesco!”.

“Oggi quindi – spiegano ancora – per entrare nel settore funebre bisogna rivolgersi ad una impresa funebre più grande, erroneamente chiamata “centro servizi”, che sceglierà a chi fare il “contratto”, requisito necessario per inoltrare la domanda al Suap. Così si taglia fuori la concorrenza scomoda”.

“Qual è il vantaggio per la Regione, per le ditte e la popolazione averci “sottratto” servizi importanti con i quali ci sostenevamo nei vuoti lavorativi, con i quali la popolazione traeva vantaggio, con i quali potevamo concorrere con i più grandi?”

“Sino ad oggi non si erano creati grossi concentramenti di imprese che potessero, come avviene oggi, manipolare il mercato e decidere le sorti delle piccole ditte e, dunque, di chi potrà o meno continuare a lavorare”.

“Questa situazione è letteralmente vergognosa e, purtroppo, chi non conosce le dinamiche non ne può capire i risvolti economici futuri che si stanno gravemente delineando”.

“Riteniamo che la Regione – afferma FunerCalabria – prima di scrivere leggi severe per alcuni operatori di questo settore che si sostengono con grande sacrificio, dovrebbe mettere in ordine gli obitori pubblici che sono, vergognosamente, fatiscenti e privi di ogni requisito igienico sanitario a norma di legge”.

“Chiediamo di verificare e, dunque, fare adeguare alle norme tutti gli obitori delle strutture sanitarie pubbliche e private, che percepiscono fondi pubblici perché accreditati con il Ssr (aut. regionale D.C.A. 141/2018). Alcuni e tengono gli obitori in locali al limite del decoro e fuori dalle norme igienico sanitarie previste dall’ordinamento nazionale”.

“Non in ultimo vorremmo capire come mai le salme possono sostare in questi luoghi, per trascorre il periodo di osservazione, possono essere trasportate nelle private abitazioni spesso a piani alti e senza climatizzazione, e non nelle sale del commiato appositamente attrezzate e situate al piano terra?”.

Al fine di bilanciare la situazione FunerCalabria chiede: “in merito alle case funerarie di voler ridimensionare i requisiti della legge regionale 38/23 per le nuove strutture sulla scorta dei requisiti di quelle esistenti affinché non si crei una disparità di trattamento tra aziende”; “l’abrogazione dell’articolo di legge che ne detta i nuovi requisiti, lasciando in vita solo l’articolo preesistente all’interno della giovane legge regionale 48/2019, che ne regolava i requisiti e, in seguito alla quale, si è vista la nascita delle case funerarie esistenti.
Viceversa chiediamo che si adeguino ai nuovi requisiti anche le stesse appena nate con la legge regionale 48/2019”.

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