[Fun.News 3374] Messi i sigilli al crematorio di Biella e arrestato titolare e un operaio

Venerdì 28 ottobre 2018 la Procura della Repubblica di Biella ha messo i sigilli all’impianto di cremazione locale, definito dal PM che ha coordinato le indagini una “lugubre catena di montaggio della morte a scopo di lucro”.
Sono finiti in manette Alessandro Ravetti, appartenente alla famiglia di un noto impresario funebre della zona e amministratore delegato della Socrebi srl, società privata che gestisce il crematorio, nonché un dipendente, Claudio Feletti.

Il blitz dei carabinieri, effettuato alle prime luci dell’alba, ha permesso di sequestrare diverso materiale probatorio.
Ai due arrestati vengono contestati, a vario titolo, i reati di distruzione, sottrazione e soppressione di cadavere e violazione di sepolcro. Contestata anche la gestione  impropria di rifiuti.
Il Ravetti, inoltre, è indagato per istigazione alla corruzione.

Secondo il PM nel crematorio sarebbero stati messi in atto sistemi per aumentare a dismisura il numero di cremazioni giornaliere e per diminuire i tempi di cremazione o di consegna delle ceneri.
Sotto sequestro anche un cassone contenente circa 240 chili di cenere e ossa.
Contestato pure l’uso improprio di eliminazione di controcassa di zinco dalle bare avviate al crematorio. Non è ancora chiaro se la eliminazione veniva effettuata perché l’impianto non era dotato di sistemi filtranti adeguati e di specifica autorizzazione o se ciò avveniva per ridurre i tempi di cremazione.
Per il PM le registrazioni con telecamere nascoste nella struttura hanno permesso di evidenziare casi in cui venivano  frantumate ossa a colpi di pala, ceneri umane gettate nell’immondizia, corpi estratti dalle bare e ammucchiati in scatole di cartone per poi essere bruciati a due a due.
L’impianto di Biella si era creata una certa fama per la velocità con cui provvedeva alla cremazione e consegna delle ceneri. Era quindi particolarmente apprezzato il servizio da varie imprese funebri anche fuori regione.
I carabinieri hanno sequestrato l’impianto dopo aver fatto prelevare dalle imprese funebri i feretri in attesa di cremazione, per destinarli ad altri impianti.
La notizia ha richiamato alla mente i fatti del crematorio di Massa, di diversi anni fa.
Si registrano le prime reazioni di sorpresa della popolazione locale, quella del padre dell’arrestato, che ha definito il blitz dei carabinieri "una sceneggiata", ma anche lo sconforto  in particolare in ambienti cremazionisti e dei gestori di crematori che seguono rigidi protocolli operativi, i quali non vogliono essere accomunati con chi, invece, le regole le violava sistematicamente.

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