Passa, con la fiducia, al Senato DL sulla Pubblica Amministrazione

Il 5 agosto 2014, il Senato ha approvato il decreto legge di riforma della Pubblica Amministrazione, provvedimento su cui è stata posta la fiducia: i sì sono 160, contro 106 no.
L’Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando il maxiemendamento 1.700 (testo corretto), che sostituisce il testo licenziato dalla Camera del ddl n. 1582 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, recante misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari.
Il testo torna quindi alla Camera.
Noto come decreto pubblica amministrazione il provvedimento è composto di 54 articoli che riguardano diverse materie: pensionamenti d’ufficio, modifica della disciplina del trattenimento in servizio, flessibilità del turn over, mobilità obbligatoria del personale, divieto di consulenze onerose, trattamenti pensionistici anticipati per i giornalisti, limiti ai compensi nelle società controllate e partecipate, razionalizzazione delle Authority e incompatibilità per i dirigenti, Agenda per la semplificazione, Autorità anticorruzione, unità speciale per Expo 2015, soppressione di sedi distaccate dei TAR, processo telematico, contenzioso pendente per le opere pubbliche.

A causa di problemi di copertura finanziaria, in Commissione sono stati approvati quattro emendamenti soppressivi, presentati dal Governo, che hanno eliminato la norma sul pensionamento di 4000 docenti della scuola; la norma che cancellava le penalizzazioni della riforma Fornero per i lavoratori con 62 anni d’età e 42 anni di anzianità contributiva; la norma sul pensionamento d’ufficio a 68 anni dei professori universitari; la norma per le vittime di terrorismo. Nella seduta di ieri, il relatore, sen. Pagliari (PD), ha riferito sui contenuti del provvedimento ed è iniziata la discussione generale che si è conclusa oggi con gli interventi dei sen. Cociancich (PD); Falanga, Scilipoti, Caliendo (FI-PdL).
In replica il relatore ha evidenziato positivamente le norme che affidano all’Autorità anticorruzione il controllo sugli appalti pubblici, la razionalizzazione delle autorità indipendenti, le misure per accelerare la giustizia. Si è rammaricato invece per la soppressione di alcune norme, esprimendo perplessità sulla valutazione della Ragioneria generale dello Stato. Il Ministro della pubblica amministrazione Madia ha affermato che il decreto costituisce il primo tassello di una riforma che sarà discussa dal Senato in prima lettura a settembre. Il provvedimento, adottato al termine di una procedura di consultazione che ha coinvolto dipendenti pubblici e cittadini, ha l’obiettivo di trasmettere un segnale immediato in ordine alla volontà di uscire da una rappresentazione decadente della pubblica amministrazione, ponendola al servizio dei cittadini. Il Ministro ha sottolineato positivamente le norme sul ricambio generazionale, sull’equità dei compensi, sull’Autorità anticorruzione, e le disposizioni sulla mobilità, che consentiranno di coprire le carenze di organico negli uffici giudiziari. Ha annunciato la volontà del premier, per ovviare alla mancata approvazione della norma sugli insegnanti quota 96, di adottare un provvedimento strutturale per la scuola entro il mese di agosto. Ha sollecitato infine uno sforzo comune per dare immediata applicazione al provvedimento. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento Boschi ha posto la questione di fiducia sull’approvazione di un maxiemendamento interamente sostitutivo, che recepisce le modifiche approvate in Commissione al Senato. Dopo la Conferenza dei Capigruppo, il Presidente della Commissione bilancio Azzollini, nel riferire sui profili di copertura finanziaria, ha chiesto al Governo di espungere il comma 3 dell’articolo 8, che riguarda l’aspettativa per i magistrati che abbiano incarichi nella pubblica amministrazione.
La richiesta è stata accolta. Alla discussione sulla questione di fiducia hanno preso parte i sen. Ornella Bertorotta, Gaetti, Rosetta Blundo (M5S); Alessandra Bencini, Paola De Pin (Misto); Uras (SEL); Malan, Palma (FI-PdL); Divina (LN-Aut). Le opposizioni – Movimento 5 Stelle, Forza Italia, SEL, Gruppo Misto, GAL – hanno criticato il diciottesimo ricorso, in pochi mesi, alla questione di fiducia su un decreto omnibus, che rappresenta un piccolo provvedimento di manutenzione. Hanno evidenziato la delusione delle aspettative suscitate in ordine alla soluzione dei problemi creati dalla riforma Fornero, le coperture finanziarie insufficienti e il tentativo di scaricare le responsabilità sulla Ragioneria dello Stato, le deroghe al codice degli appalti pubblici. Hanno poi sottolineato l’andamento negativo dei principali indicatori macroeconomici e hanno negato la capacità del provvedimento, pieno di norme spot, di migliorare la funzionalità della pubblica amministrazione e di offrire prospettive ai giovani. In particolare, la Lega Nord ha criticato le disposizioni sulle camere di commercio e, richiamando le recenti dichiarazioni del commissario alla spending review, ha denunciato l’impossibilità di mantenere le promesse del premier sull’estensione del bonus fiscale, sul taglio della spesa pubblica, sull’occupazione giovanile. In dichiarazione di voto hanno annunciato la fiducia i sen. Ichino (SC), Marino (PI), Fravezzi (Aut-PSI), Federica Chiavaroli (NCD), Russo (PD). Hanno negato la fiducia i sen. Mauro (GAL), Patrizia Bisinella (LN-Aut), Alessia Petraglia (SEL), Crimi (M5S), Anna Maria Bernini (FI-PdL).

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