[Fun.News 3523] Le Iene fanno uscire un servizio sugli orrori del crematorio di Biella. I crematori italiani si danno precise istruzioni operative

A proposito del servizio mandato in onda nella trasmissione Le Iene di domenica 3 novembre 2019, riceviamo e volentieri pubblichiamo la seguente dichiarazione della Responsabile di SEFIT Utilitalia, dr.ssa Valeria Leotta:

Il servizio sugli orrori nel crematorio di Biella dell’ottobre 2018, non colpisce solo i parenti, gli amministratori di quel Comune, gli inquirenti, i giornalisti che hanno indagato e chi quel video l’ha visto.
E’ una fatto gravissimo anche per chi giornalmente gestisce i crematori in Italia, secondo procedure del tutto trasparenti.
Forse non si sa che in Italia è dal 2001 che i gestori di crematori stanno attendendo un decreto governativo con le specifiche tecniche per cremare, in attuazione dell’art. 8 della L. 30/3/2001, n. 130.
E’ stato proprio come reazione ai fatti di Biella, che nella nostra Associazione Sefit Utilitalia (principalmente di gestori pubblici di crematori) e nella Federazione Italiana Cremazione, ci si è interrogati fin da fine novembre dell’anno passato su come evitare che fatti del genere potessero accadere.
Ne è nato un protocollo operativo per i crematori, a cui aderire volontariamente in assenza di una legge nazionale, che riprende le raccomandazioni delle principali istituzioni internazionali (regole etiche della ICF, standard europei EN15017:2019).
Abbiamo promosso unitariamente alla FIC quattro incontri nel Nord e Centro Italia, a cui hanno partecipato rappresentanti di circa trenta crematori per promuovere l’applicazione di queste istruzioni operative, da subito o al più tardi a partire dal 1 gennaio 2020.
Abbiamo segnalato alle principali Associazioni dell’imprenditoria funebre italiana questa esigenza di trasparenza e la opportunità che fosse data corretta informativa dell’esistenza di questi protocolli operativi anche a chi organizza funerali.
Per chi ancora non conosce le Istruzioni Operative, queste sono reperibili al link www.sefit.org/sefit/accessocrematorio, dove si potranno reperire oltre le Istruzioni, anche la modulistica e una serie di chiarimenti conseguenti a specifiche domande pervenute.
E’ nostra convinzione che il messaggio che si dà all’esterno con questi servizi non possa essere solo negativo, ma che invece debbano essere valutati anche gli anticorpi presenti nel sistema.
Anzi è bene che l’opinione pubblica e gli stessi Comuni concessionari (nel caso di Biella ci si trova di fronte ad una gestione in project financing di una società privata collegata ad impresa funebre) siano informati che c’è chi in un crematorio applica precisi standards di tracciabilità e di gestione.
Chi domanda una cremazione deve pretendere che essa sia svolta con serietà, anche a scapito – talvolta – di un pò di velocità nella consegna delle ceneri.
La serietà che pretendiamo dai gestori nostri associati ha fatto sì che recentemente si siano avvicinati o si siano associati a Sefit anche diversi gestori privati di crematori, desiderosi di seguirne l’esempio.
Il messaggio che ci sentiamo di diffondere è quindi che il sistema italiano dei crematori, pur se talvolta è stato attraversato da alcuni scandali (Massa e Biella, per tutti) è per la maggior parte sano, laddove si garantiscano procedure trasparenti e adeguata formazione del personale operante, su tali principi.
E si facciano da parte dei concessionari periodici controlli.
Ed è proprio dal personale di Biella, che si è avuta una reazione sdegnata su quanto stava succedendo. E ciò è per noi motivo di speranza. Contiamo che si possano diffondere anche queste informazioni, forse proprio perché danno scandalo all’incontrario.

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