[fun.news.1377] Nel napoletano cementificata parte di zona di rispetto cimiteriale. Interviene la Procura

Maxioperazione contro l’abusivismo edilizio a Melito, in provincia di Napoli. Il Comando provinciale della Guardia di Finanza, su mandato della Procura della Repubblica del capoluogo regionale, ha sequestrato duecento appartamenti che vanno ad aggiungersi ai 130 già sequestrati nell’ottobre 2006, nel corso della prima fase dell’operazione denominata “Dirty house”. Il valore dei beni sequestrati ammonta nel complesso a 100 milioni di euro. L’intera giunta comunale in carica nel 2002 risulta indagata. In una parte dei 19 mila metri quadrati su cui sono sorte le lottizzazioni doveva estendersi il cimitero di Melito. Le costruzioni sono state realizzate in piena zona di rispetto cimiteriale. L’indagine della Procura di Napoli, condotta in collaborazione con il comando provinciale della Guardia di Finanza ha portato al sequestro degli edifici costruiti nel 2002 e di tre società.
Ingegneri, architetti e un direttore dei lavori coinvolti tra i 57 indagati, 20 imprenditori, 16 funzionari pubblici (tra cui un’intera giunta comunale) e 21 professionisti. Circa 170mila i metri quadrati di terreno invasi dal cemento con un atto di pianificazione urbanistica, di esclusiva approvazione del consiglio comunale, approvato dalla giunta. Attualmente il comune di Melito è commissariato per infiltrazione camorristica e nei mesi scorsi, il responsabile della commissione prefettizia all’urbanistica è stato picchiato violentemente.
Grazie al suo aiuto si è arrivati ai sequestri, gli inquirenti pensano che l’aggressione subita sia collegata alla sua attività di collaborazione nelle indagini.

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