[fun.news.016] Tanatoprattore infettato dalla tubercolosi proveniente da una salma

[Notizia tratta da Thanos n. 33 del maggio 2000] I ricercatori dell’Istituto John Hopkins hanno annunciato, all’interno di un rapporto medico apparso su “Il Giornale di Medicina del New England”, la possibilità di trasmissione della tubercolosi da un cadavere ad un imbalsamatore. “Prima dell’effettuazione di questo studio, non si era mai potuta dimostrare la trasmissione della tubercolosi da un cadavere ad un imbalsamatore” ha asserito Timothy Sterling M.D., professore assistente di malattie infettive alla Scuola di Medicina John Hopkins ed autore principale di questo studio. “Studi precedenti avevano dimostrato la presenza di un tasso elevato ed inatteso di infezioni da tubercolosi e di malattie fra i lavoratori di una funeral home, ma non si era determinato se questa contaminazione fosse da attribuire all’esposizione della persona nel luogo di lavoro.” La tubercolosi si diffonde nell’aria tramite particelle infettive. Tali particelle entrano nel corpo tramite il naso e la bocca per infiltrarsi in un secondo tempo all’interno dei polmoni. In questo nuovo studio i medici hanno stabilito l’esistenza di tubercolosi attiva in una persona di cui l’unica esposizione conosciuta al batterio si è verificata essere stata attraverso l’imbalsamazione (o la tanatoprassi) di un cadavere infettato. Nel procedimento di imbalsamazione e di tanatoprassi viene estratto il sangue dalle arterie e vengono iniettate delle sostanze liquide con lo scopo di conservare il cadavere. “Le particelle possono essere generate dall’iniezione di sostanze oppure dalla schiuma o dai gargarismi di fluidi attraverso la bocca ed il naso,” dice Stearling. “In più, il cadavere ha sovente delle convulsioni durante il processo di imbalsamazione, o tanatoprassi, che può causare la produzione di secrezioni respiratorie”. Dopo il processo di imbalsamazione o tanatoprassi i liquidi utilizzati vengono frequentemente gettati nella discarica ed anche questa operazione potrebbe determinare la diffusione di particelle infettive. I medici hanno identificato questo tipo di trasmissione non abituale attraverso una iniziativa di monitoraggio permanente. Nel quadro di questa iniziativa, per ogni caso della malattia riscontrato a Baltimora (e portato a conoscenza del Dipartimento di Salute della Città) si rilevano, all’Istituto John Hopkins, le impronte del DNA. Se due o più casi presentano impronte similari, i ricercatori si preoccupano di stabilire se si è manifestata una recente trasmissione di tubercolosi. Per questa ragione, quando i ricercatori scoprirono che due pazienti di tubercolosi avevano la stessa impronta di DNA, iniziarono ad indagare sulla frequenza del contatto intervenuto fra loro. In seguito essi scoprirono che l’imbalsamatore aveva firmato il certificato di morte dell’altro paziente. La diagnosi della tubercolosi infatti non era stata stabilita se non dopo la morte del primo paziente. “Attualmente le direttive del Centro di Controllo e di Prevenzione così come quelle dell’Ufficio di Sicurezza Professionale concernenti la prevenzione della trasmissione della tubercolosi non vengono applicate alle funeral home” dice Sterling. “Questo caso suggerisce che invece tale applicazione dovrebbe essere fatta per evitare la trasmissione attraverso i processi di imbalsamazione o tanatoprassi”. Nel mondo la tubercolosi costituisce la seconda causa di morte provocata da una malattia infettiva. Ogni anno 2 milioni di persone muoiono a causa di tale malattia e ne vengono diagnosticati dai 7 agli 8 milioni di casi nuovi. La terapia richiede una cura combinata di quattro medicamenti. Per maggiori informazioni sulle ricerche del John Hopkins Institute concernenti la tubercolosi si veda www.hopkins-tb.com

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