Quando l'ideologia prevale sulla ragione

Nel 2009, nel cimitero di Lambratea Milano, sono stati raccolti i resti di 4.775 feti ed embrioni. Prima del 2007 esisteva un campo apposito al cimitero Maggiore, dal 2004 al 2007 ha ospitato 350 piccoli mai nati. Poi quel campo è stato smantellato, i resti mortali cremati e trasferiti a Lambrate. È tutto in forma anonima, nel rispetto della privacy. Al cimitero di Lambrate le cassettine che contengono le spoglie dei bimbi mai nati sono contrassegnate da un codice. La madre che volesse farlo si rivolge in ospedale, fa richiesta e rintraccia la lapide. La famiglia però può anche chiedere il funerale e la sepoltura. Le sepolture sono limitate a dieci-dodici casi all’anno. È l’ospedale che si fa carico dell’onere di trasporto e seppellimento. Questo è il bilancio annuo di una forzatura interpretativa del regolamento 6/2004 della Regione Lombardia. La modifica della nosrma statale tendeva unicamente a dare maggior tempo (48 ore e non solo 24) per consentire che dopo una espulsione di un feto gli interessati (e cioé i genitori) potessero esprimersi per dare sepoltura al prodotto abortivo. Invece si scatenò una polemica politica da ambo gli schieramenti che portò a considerare (a Milano) la sepoltura come obbligatoria. L’interesse effettivo, a distanza di tempo vede una incidenza (pe ril 2009) di 12/4775 e quindi in 3 casi su 1000. Basterebbe cremare i prodotti abortivi non richiesti, anziché seppellirli e non si avrebbe uno spreco di spazi enorme, ben più utile per i seppellimenti quotidiani, che non si sa dove collocare!

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