Da un infortunio sul lavoro una lezione per chi lavora nel cimitero

E’ il 1^ maggio e la redazione ha scelto di dare risalto a questa notizia, perché nel giorno del lavoro si possatrarre insegnamento da un infortunio sul lavoro, al fine di non ricreare simili condizioni in futuro. O, svolegre periodici controlli da parte delle Autorità cimiteriali all’intreno dele cappelle di più antica datazione, per ridurre il rischio del ripetersi di simili incidenti.
Il Centro regionale di Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte ( Dors) raccoglie storie d’infortunio rielaborate dagli operatori dei Servizi PreSAL delle ASL piemontesi a partire dalle inchieste di infortunio, con la convinzione che conoscere come e perché è accaduto sia una condizione indispensabile per proporre soluzioni efficaci per la prevenzione.
Questa storia, dal titolo “Cinque minuti al cimitero” (a cura di Luigi Lattuchella, Susanna Barboni, Servizio Pre.S.A.L. della Asl TO5), riguarda un dipendente di un’impresa funebre precipito all’interno del loculo a causa di un cedimento improvviso della pavimentazione della botola interna ad una cappella.
Un dipendente di un’impresa funebre, durante l’effettuazione di rilievi tecnici su una lapide in fase di completamento all’interno di un’edicola funeraria (doveva mettere l’iscrizine con lettere in bronzo), è precipitato da un’altezza di 2 metri e mezzo all’interno del loculo a causa di un cedimento improvviso della pavimentazione. Il lavoratore ha riportato gravi ferite e lesioni a un’arteria del piede che lo hanno costretto a un’assenza dal lavoro di oltre due mesi.
Durante gli accertamenti è emerso che l’edicola funeraria era stata realizzata negli anni 1978-79 e sulla base della documentazione acquisita risulta che il geometra responsabile del progetto era deceduto l’anno precedente e, di conseguenza, era impossibile avere informazioni dirette sulla tipologia di materiali utilizzati, sulle modalità stabilite per la copertura della botola e sull’effettiva resistenza delle coperture ai carichi massimi ipotizzabili.
I proprietari dell’edicola, hanno dichiarato che la struttura, sin dall’epoca della sua realizzazione, non ha subito modifiche o interventi di manutenzione e che al suo interno sono state tumulate sette salme: sei nei loculi esterni ed una nei loculi sotterranei, coperti da lastre in travertino e marmo aventi uno spessore di 2 cm ognuna. La causa determinante dell’infortunio è da attribuire alla scarsa resistenza al carico delle lastre di copertura della botola (accoppiate e incollate a formare un’unica lastra di 4 cm di spessore) che hanno ceduto sotto il peso dell’infortunato.
Vi è stato pertanto un errore progettuale iniziale o successivo, in quanto il marmo non resiste bene a flessione. Buon anorma sarebbe stato avere una sottopavimentazione costituita da lastre in cemento armato vibrato, di adeguato spessore, portanti. Il marmo diventa pertanto utile solo come fodera o copertura delal vera struttra portatne.

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